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La novella del cuore mangiato – Decameron

La novella del cuore mangiato è la nona novella della quarta giornata del Decameron di Boccaccio, che ha per tema gli amori infelici. È narrata da Filostrato, il re della giornata.

Qual è la trama in sintesi?

Messer Guiglielmo da Rossiglione dà da mangiare a sua moglie il cuore di messer Guiglielmo Guardastagno, ucciso da lui e amato da lei; avendolo ella saputo, si getta da un’alta finestra e muore, ed è seppellita con il suo amante.

Qual è il motivo della novella?

Il motivo della novella è quello del “cuore mangiato“. Per ragioni di affinità tematica (il motivo del “cuore mangiato”), il personaggio della moglie di Guiglielmo Rossiglione si avvicina a Ghismunda (vedi la novella di Tancredi e Ghismunda) e a Elisabetta (vedi la novella di Lisabetta da Messina).

Le tre novelle compongono dunque un trittico tragico di racconti che hanno donne come protagoniste. Ghismunda, Lisabetta e la moglie di messer Rossiglione sono tre eroine tragiche con cui l’autore vuole celebrare la nobiltà e la fierezza d’animo delle donne.

La novella del cuore mangiato riassunto

Guiglielmo Rossiglione e Guiglielmo Guardastagno erano tra loro amici; erano entrambi due nobili cavalieri e uomini valorosi e spesso gareggiavano insieme nei tornei. Nonostante tutto, però, Guiglielmo Guardastagno s’innamorò, ricambiato, della bellissima moglie del Rossiglione. I due divennero amanti e il marito se ne accorse. Il suo sentimento di amicizia si trasformò in odio mortale e decise di vendicarsi, uccidendo l’amico.

Nel frattempo, in Francia venne bandito un grande torneo. Il Rossiglione invitò a cena il Guardastagno per discutere se e come volevano partecipare al torneo. Il Guardastagno accettò l’invito.

Il giorno seguente, il marito tradito, accompagnato dai suoi servitori, tese un agguato nel bosco dove sapeva che il rivale sarebbe passato. Appena lo vide, lo aggredì colpendolo con una lancia, uccidendolo. Poi, gli aprì il petto con un coltello e ne trasse il cuore con le mani; lo consegnò ai suoi servitori, intimando loro di non raccontare niente a nessuno.

Giunto al castello, ordinò al cuoco di cucinare un cuore di cinghiale nel miglior modo possibile e di servirlo a cena su un piatto d’argento. Il cuoco eseguì come gli era stato ordinato.

La vivanda fu portata a tavola, ma mentre il Rossiglione non riuscì a mangiare nulla, turbato dal pensiero del delitto commesso, la moglie, ignara di tutto, lo mangiò con grande soddisfazione.

Finito il pasto, il Rossiglione disse alla moglie che non si meravigliava che da morto le era piaciuto ciò che da vivo le era piaciuto più di ogni altra cosa. Poiché la donna lo interrogava con insistenza per avere maggiori chiarimenti, il marito le raccontò cosa aveva fatto e che ciò che aveva mangiato era il cuore del suo amante Guiglielmo Guardastagno.

Senza alcuna esitazione, la donna si alzò in piedi e si gettò dalla finestra che si trovava dietro di lei, sfracellandosi.

Messer Guiglielmo, temendo la punizione del conte di Provenza, fuggì via a cavallo. La mattina seguente, i servitori dei due castelli raccolsero i corpi dei due amanti e li posero in una sola tomba. Su di essa furono scritti versi che indicavano chi vi era sepolto e la ragione della loro morte.

 

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