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Federigo Borromeo – I Promessi Sposi

Il cardinale Federigo Borromeo (1564-1631) è tra i più importanti personaggi storici che compaiono nel romanzo I Promessi Sposi, di Alessandro Manzoni. È introdotto per la prima volta nel capitolo XXII (22). È determinante per la liberazione di Lucia. Infatti, grazie al suo aiuto decisivo, l’Innominato, temuto da tutti per la sua crudeltà ma in piena crisi spirituale, si converte al bene.

Federigo Borromeo personaggio storico

Federigo nasce a Milano il 18 agosto 1564, in una famiglia ricca e benestante. È suo cugino Carlo Borromeo (proclamato santo nel 1610 da papa Paolo V) ad avviarlo alla carriera ecclesiastica.

Federigo è ordinato cardinale giovanissimo, nel 1587; nel 1595 è nominato arcivescovo di Milano e svolge un ruolo primario nello sviluppo della diocesi ambrosiana. Nel 1609 fonda la Biblioteca Ambrosiana di Milano; nel 1618, invece, la Pinacoteca Ambrosiana. Scrive un centinaio di opere e si attiva molto nel corso della carestia (1628) e dell’epidemia di peste (1630) che sconvolgono Milano, anche se crede agli untori e promuove alcuni processi per stregoneria. Muore a Milano, il 21 settembre 1631.

Cardinale Federigo Borromeo – Promessi Sposi

Manzoni adotta la figura del cardinale Borromeo per proporre un esempio ideale della Chiesa cattolica in cui si incarnano tutte le virtù cristiane: la temperanza, l’umiltà, la carità, lo zelo apostolico. Lo dipinge come un vero santo pio e umile.

Descrizione fisica

Sebbene il cardinale venga introdotto nel capitolo XXII, Manzoni ce lo descrive fisicamente nel capitolo XXIII: un portamento naturalmente composto e quasi involontariamente maestoso; non incurvato né impigrito dagli anni. Canuto, pallido, con i segni della meditazione e di una gioia continua d’una speranza ineffabile, con una bellezza senile che sicuramente fa pensare che in gioventù fosse bello, sebbene al momento dell’incontro, nel 1628, abbia già 64 anni.

La descrizione fisica ha una spiccata connotazione morale, i dettagli fisici rimandano a doti spirituali, espresse con antitesi: occhio grave e vivace, fronte serena e pensierosa, pensieri solenni e benevoli.

Il ruolo del cardinale Borromeo nei Promessi Sposi

Il cardinale Federigo Borromeo ha un ruolo fondamentale nella conversione dell’Innominato (capitolo XXII), che gli confessa il rapimento di Lucia. Il cardinale fa allora chiamare don Abbondio e gli affida il compito di andare a liberare Lucia in compagnia di «una buona donna» (la moglie del sarto del paese) e dell’Innominato (capitolo XXIII).

Poi fa in modo che Agnese, la madre di Lucia, venga condotta lì e finalmente le due donne possono riabbracciarsi. Promette a Lucia e ad Agnese di occuparsi anche della situazione di Renzo, che in seguito al tumulto di san Martino è ricercato dalla giustizia (capitolo XXIV). Rimprovera duramente don Abbondio per la sua viltà, suscitando in lui un momentaneo pentimento (capitoli XXV e XXVI). Approva la proposta di donna Prassede e don Ferrante di ospitare Lucia nella loro casa a Milano, dove potrà trovare protezione da don Rodrigo. Infine riceve dall’Innominato una lettera e cento scudi d’oro come risarcimento per Agnese e Lucia.

In seguito viene citato nel capitolo XXVIII per sottolineare la sua opera instancabile a favore degli affamati durante la terribile carestia del 1628-1629 e nei capitoli XXXI e XXXII in cui si parla del suo impegno per la cura degli ammalati in occasione dell’epidemia di peste del 1630.

Viene citato infine nel capitolo 37 quando la mercantessa informa Lucia che Gertrude è stata imprigionata in seguito ai suoi delitti proprio per ordine del cardinale Federigo (il fatto è storicamente accertato).

 

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