Home » Metodo di studio » Grammatica » Parole palindrome e frasi palindrome: quali sono, esempi

Parole palindrome e frasi palindrome: quali sono, esempi

Le parole palindrome e le frasi palindrome sono quelle che si possono leggere sia da sinistra verso destra che, al contrario, da destra verso sinistra (cioè dall’ultima lettera alla prima) senza che il significato cambi. Ad esempio: ossesso e anilina sono parole palindrome; Ai lati d’Italia è una frase palindroma (leggila dall’ultima lettera alla prima → ai-latI-d’italiA), così come Amo Roma (amo RomA).

Parole palindrome esempi

Ce ne sono di tre lettere, come ad esempio: Ada, ala, non, oro, ama, oso; di quattro lettere, come Anna, esse, inni, otto, osso; parole di cinque lettere, come aerea, radar, esose, kayak; di sei lettere, come rossor, nemmen, areerà (voce del verbo aerare); sette lettere: omonomo, ottetto, ossesso, anilina, ingegni; oltre le sette lettere, troviamo le voci verbali, come: avallava (voce del verbo avallare), ereggere, ovattavo (voce del verbo ovattare), onorarono (è la parola palindroma più lunga nella lingua italiana, dalla voce del verbo onorare).

Ci sono anche frasi palindrome, che, in realtà, non hanno un grandissimo significato.

Frasi palindrome esempi

Anna di sera se c’è Cesare si danna.
E la sete sale.
È rotto dottore?
Ecco delle belle docce.

Come avete certamente osservato, nel caso si tratti di una frase non bisogna tenere conto di eventuali spazi e segni grafici in essa presenti.

Vi sono comunque casi, piuttosto eccezionali, di frasi palindrome che nella lettura a ritroso rispettano anche spazi e segni grafici. Un esempio è il seguente:

Anna ama Bob e Bob ama Anna.

Chi è l’inventore del palindromo?

Secondo la tradizione, l’inventore delle parole palindrome è il poeta greco Sotade, vissuto ad Alessandria d’Egitto nel III secolo a.C. Un antico esempio di palindromo è però un verso latino attribuito al poeta latino Virgilio (70 a.C.-19 a.C.): «In girum imus nocte et consumimur igni», cioè “Giriamo in tondo nella notte e veniamo consumati dal fuoco”. La definizione si riferirebbe alle falene, che attratte dalla luce di una lanterna finiscono per morire bruciate. Tuttavia, il verso non è reperibile in nessuna opera di Virgilio, quindi si ritiene che si tratti di un’attribuzione errata di epoca successiva.

Ultimi articoli

Giochi

Sullo stesso tema