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Inferno Purgatorio e Paradiso spiegato facile

Inferno Purgatorio e Paradiso sono i tre regni dell’oltretomba che Dante visita durante il suo viaggio immaginario iniziato il giovedì santo del 1300, anno del primo Giubileo indetto da papa Bonifacio VIII, e concluso una settimana dopo.

Le guide di Dante in Inferno Purgatorio e Paradiso

Durante il viaggio Dante è accompagnato da tre guide:

  • Virgilio, l’autore dell’Eneide, che conduce il poeta attraverso l’Inferno e il Purgatorio;
  • Beatrice, la donna amata, che accoglie Dante nel Paradiso e lo guida fino all’Empireo, il cielo in cui risiede Dio;
  • san Bernardo di Chiaravalle, che conduce il poeta fino alla contemplazione di Dio.

Il viaggio nei tre regni dell’oltretomba

La voragine infernale

Dante, pieno di timore, assieme a Virgilio passa attraverso la porta dell’Inferno. Qui si trova immerso in un’atmosfera cupa, soffocante e disperata, dove risuonano i lamenti dei dannati e le imprecazioni delle creature demoniache che tormentano le anime perdute.

Dante e Virgilio percorrono la voragine infernale scendendo verso il centro della Terra. Qui giunti scavalcano l’enorme corpo di Lucifero aggrappandosi ai peli del suo corpo e, attraverso un oscuro percorso, giungono all’emisfero opposto, dove finalmente si ritrovano all’aria aperta: «e quindi uscimmo a riveder le stelle», scrive Dante alla fine dell’Inferno.

La montagna del Purgatorio

Ora Dante e Virgilio si trovano sulla spiaggia dell’isola su cui sorge la collina del Purgatorio. Al contrario dell’Inferno e del Paradiso, dove la anime risiedono per l’eternità, il Purgatorio è un regno di passaggio. Qui predominano i toni elegiaci.

Percorrendo le 7 cornici concentriche di questa collina, le anime penitenti espiano i loro peccati sia fisicamente, con pene corporali, sia moralmente, riflettendo sulle virtù che non praticarono in vita, per essere infine libere di ascendere al Paradiso.

L’atmosfera, man mano che si sale, diventa più serena perché si avvicina il momento della salvezza.

Giunti alla sommità, i due poeti entrano nel Paradiso terrestre, la «divina foresta spessa e viva», ricca di piante e fiori che non appassiscono mai. Qui Virgilio deve abbandonare Dante. Ma subito appare Beatrice, sfolgorante nella sua luce di beata; di fronte a lei, Dante si sente «puro e disposto a salire alle stelle» (Purgatorio XXXIII).

I cieli del Paradiso

Con la guida di Beatrice, Dante sale in Paradiso e, attraverso i suoi nove cieli, giunge nell’Empireo dove, per intercessione di san Bernardo, ottiene la forza necessaria a sostenere per un istante la visione di Dio che, come il poeta scrive alla fine del poema, è «l’Amor che move il sole e l’altre stelle» (Paradiso XXXIII).

La struttura metrica

La Divina Commedia è divisa in tre cantiche, corrispondenti ai tre regni dell’oltretomba: Inferno Purgatorio e Paradiso. Ogni cantica comprende 33 canti; l’Inferno ne ha uno in più (34 anziché 33), che serve da introduzione a tutto il poema. Il totale dei canti, pertanto, è 100.

Ogni canto ha un numero variabile di versi endecasillabi raggruppati in terzine. L’endecasillabo è un verso formato da 11 sillabe metriche. La terzina è una strofa di tre versi. Quella usata da Dante nella Divina Commedia è a rima incatenata, secondo lo schema ABA BCB CDC… Questo tipo di strofa è detta terzina dantesca.

La struttura di Inferno Purgatorio e Paradiso

Inferno

All’inizio si trova un vestibolo, una sorta di grande anticamera infernale. Poi, superato il fiume Acheronte, si entra nell’Inferno vero e proprio. La voragine è divisa in nove cerchi per categorie di peccati in ordine crescente di gravità: incontinenza, violenza e frode.

Nei primi cinque cerchi sono puniti gli incontinenti, cioè coloro che non riuscirono a frenare la naturale spinta verso il peccato. Nel sesto cerchio sono puniti gli eretici, cioè coloro che non ebbero fede in Dio. Nel settimo cerchio, diviso in tre gironi, si trovano i violenti. Nell’ottavo cerchio, diviso in dieci Malebolge, ci sono i peccatori per frode, cioè per imbroglio o inganno. Nel nono cerchio, diviso in quattro zone, si trovano i peccatori fraudolenti più gravi, cioè coloro che tradirono i parenti, gli amici, la patria.

Al centro della Terra si trova Lucifero, che con le sue tre bocche sbrana i tre peccatori più terribili della storia dell’umanità: Giuda, traditore di Gesù; Bruto e Cassio traditori e assassini di Giulio Cesare. I peccatori sono puniti secondo la legge del contrappasso.

Il Purgatorio

Uscito dall’Inferno con la guida di Virgilio, Dante riemerge sulla spiaggia di un’isola su cui s’innalza la montagna del Purgatorio:

  • alla base della montagna si trova l’Antipurgatorio, dove espiano i negligenti;
  • il Purgatorio vero e proprio è formato da sette cornici, una per ogni categoria di anime penitenti;
  • infine, sulla sommità del monte, c’è il Paradiso terrestre, dove giungono le anime alla fine del loro percorso di penitenza. Qui scorrono due fiumi: il Lete, che fa dimenticare i peccati commessi, e l’Eunoè, che fa ricordare il bene compiuto.

Anche alle anime del Purgatorio è applicata la legge del contrappasso.

Il Paradiso

Il Paradiso, che Dante attraversa accompagnato da Beatrice, è diviso in nove sfere celesti che ruotano intorno alla Terra, posta al centro dell’Universo allora conosciuto, secondo la teoria tolemaica (vedi Cosmologia dantesca). Oltre i nove cieli c’è l’Empireo.

A differenza dell’Inferno e del Purgatorio, dove le anime hanno sedi differenziate, i beati risiedono tutti nell’Empireo, insieme a Dio, e cantano le sue lodi riuniti in forma di una candida rosa formata da nove giri di petali.

Essi, tuttavia, scendono verso Dante, disponendosi nei cieli che più si addicono a ciascuno, per permettere a lui, che è ancora mortale, di parlare con loro.

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