Balio e Xanto sono i cavalli di Achille. Sono cavalli divini e perciò immortali. Sono figli dell’arpia Podarge, il cui nome significa “colei che ha i piedi veloci”, e di Zefiro, il dolce vento occidentale, che con il suo soffio annuncia la primavera e la bella stagione.
Sono cavalli magici perché dotati di ali e della parola e le loro parole possiedono il divino dono della profezia. Sono cavalli velocissimi e la lunga frequentazione con gli uomini li ha resi sensibili al dolore, alla tristezza e alla nostalgia.
Il dio Poseidone li donò a Peleo il giorno delle nozze con Teti. Poi Peleo li donò al figlio Achille, che si apprestava a partire per la guerra di Troia, assieme alle altre armi che aveva ricevuto nel giorno delle nozze.
Achille li ammira e li ama perché, così straordinariamente belli, veloci, valorosi li sente simili a sé. Li affida perciò alle cure di Patroclo, l’amico fidato. Anche nel momento in cui entra in battaglia, rivestito delle armi di Achille, Patroclo non vuole separarsi dai due cavalli immortali e ordina all’auriga Automedonte di prepararli in fretta. Automedonte aggioga, perciò, Xanto e Balio e vi pone a fianco Pedaso, un cavallo facente parte del bottino strappato a Eezione, re di Tebe Ipoplacia (attuale Turchia), padre di Andromaca, ucciso da Achille: un cavallo mortale a fianco di due cavalli immortali (Iliade libro XVI). Il carro, così preparato, porta Patroclo sul campo di battaglia, incontro al suo destino di morte, per mano di Ettore.
Balio e Xanto i cavalli di Achille piangono la morte di Patroclo
Subito dopo la morte di Patroclo, i cavalli di Achille restano immobili in mezzo alla mischia e piangono la morte di Patroclo (Iliade libro XVII). Non servono le parole dolci o le minacce di Automedonte: Xanto e Balio non vogliono più ritornare alle navi greche né combattere sul campo al fianco degli Achei. Il loro dolore suscita persino la compassione di Zeus. Zeus interviene promettendo agli Achei di proteggere il corpo di Patroclo e di impedire che i Troiani s’impossessino del carro e dei cavalli divini di Achille. Così, Xanto e Balio, ispirati da Zeus e presi dal furore, riportano il carro e il suo auriga Automedonte alle navi.
Achille, vestito con le nuove armi forgiate per lui dal dio Efesto, monta sul suo carro incitando i suoi cavalli a riportarlo incolume al campo dopo la battaglia, ma Xanto, che acquista la parola per opera di Era, gli predice la prossima morte per mano di un dio e di un mortale (Iliade libro XIX).