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Il conte di Montecristo riassunto del romanzo

Il conte di Montecristo è un romanzo di Alexandre Dumas padre, scritto in collaborazione con Auguste Maquet. Composto di 117 capitoli per un totale di 1260 pagine, fu pubblicato in Francia nel 1844 inizialmente su un giornale sotto forma di un racconto a episodi (in francese feuilleton). La storia si svolge tra il 1815 e il 1838, ambientato nella Francia della Restaurazione e della monarchia di Luigi Filippo.

In tanti sostengono che la trama della storia de Il conte di Montecristo probabilmente si basa su un evento reale accaduto a un calzolaio francese, Pierre Picaud, vissuto tra la fine del 1700 e la prima metà del 1800.

Il conte di Montecristo riassunto del romanzo

Il romanzo inizia nel 1815. Protagonista è Edmond Dantès, un giovane marinaio di diciannove anni, ingiustamente accusato di bonapartismo, cioè di aver tentato di aiutare Napoleone Bonaparte, che in quel momento storico si trovava in esilio sull’isola d’Elba, a rientrare in Francia.

Il complotto contro Edmond Dantès

Durante l’ultimo viaggio in mare sulla nave mercantile Pharaon, Dantès, per seguire le ultime volontà del capitano Leclerc, ferma la nave sull’isola d’Elba per consegnare un plico al Gran Maresciallo Bertrand, uomo di fiducia di Napoleone (questi è in procinto di fuggire dall’isola d’Elba per riprendere il potere in Francia). In cambio riceve una lettera confidenziale da consegnare a un uomo di Parigi (in seguito si saprà che si tratta del signor Noirtier, padre di Gérard de Villefort, sostituto procuratore del re). Dantès in realtà è all’oscuro di tutto: non conosce il contenuto delle lettere.

Dantès viene arrestato a Marsiglia il giorno stesso delle sue nozze con la bella Mércèdes Herrera. Gli accusatori sono Danglars, il contabile di bordo invidioso della nomina di capitano di vascello di Dantès, Fernand Mondego, cugino di Mércèdes e rivale in amore, Gaspard Caderousse, invidioso vicino di casa del padre di Edmond.

Edmond viene interrogato alla gendarmeria dal sostituto procuratore del re Gérard de Villefort. A questi consegna la lettera ricevuta in cui si comprometteva il padre del procuratore stesso (signor Noirtier), fervente sostenitore di Napoleone Bonaparte, invischiato nel complotto per il ritorno di Bonaparte dall’isola d’Elba sul suolo francese. Villefort allora distrugge la lettera e fa imprigionare il povero Edmond nel castello d’If, poco al largo di Marsiglia, dove il giovane è condannato a restarvi a vita.

I 14 anni di carcere e l’amicizia con l’abate Faria

Durante la prigionia, che durerà 14 anni, Dantès, che tenta anche il suicidio, rischia d’impazzire, ma un giorno fa la conoscenza dell’abate Faria, un altro detenuto che da anni sta scavando un tunnel per scappare da quella prigione e per errore arriva nella cella di Dantès.

Faria e il giovane Edmond diventano amici. L’abate, un uomo molto colto e molto più anziano di lui, gli trasmette tutto il suo sapere: lo istruisce in varie materie, dalla filosofia alla matematica, dalla logica alle lingue straniere. E insieme ricostruiscono il complotto alle spalle di Dantès. Intanto Edmond aiuta l’uomo a scavare un altro tunnel attraverso il quale fuggire. Faria è però anziano e malato e poco prima di lasciarsi andare alla morte gli rivela l’esistenza di un favoloso tesoro nascosto in una caverna sull’isola di Montecristo.

Quando l’abate muore, Dantès si sostituisce al suo cadavere e, rinchiuso in un sacco, viene buttato in mare. Riesce però a ritornare a galla e, avvistato da una nave di contrabbandieri, viene salvato; per qualche tempo si unisce a loro, finché un giorno raggiunge l’isola di Montecristo.

La vendetta de Il conte di Montecristo

Entrato in possesso del tesoro, Edmond Dantès prende il titolo di Zaccone, conte di Montecristo e fa ritorno a Marsiglia. Viene dunque a sapere che il padre, dopo il suo arresto, è morto di stenti e di dolore; gli viene riferito del matrimonio di Mércedès, la donna che amava (alla quale era stato detto che era morto), con uno dei cospiratori e cugino della donna, Fernand Mondego. Viene anche a sapere che l’armatore Morrel è l’unico che ha sempre creduto nella sua innocenza e che ha provato per molto tempo a capire cosa fosse successo veramente. Ora è Morrel a essere in disgrazia, perché gli affari vanno male e Montecristo riesce a fargli pervenire del denaro, salvando lui e la sua famiglia dal fallimento.

Ora il conte ha un solo e unico obiettivo: vendicarsi inesorabilmente di tutti i suoi nemici.

Fernand Mondego è divenuto nel frattempo conte di Morcerf, Danglars è divenuto barone e, insieme al procuratore del re Villefort, ora vivono a Parigi.

Fernand Mondego viene processato per aver tradito il pascià Alì-Tebelen mentre era ufficiale in Grecia. Indignati dal suo comportamento, la moglie Mercédès e il figlio Albert decidono di abbandonarlo. Quando scopre che la moglie e il figlio lo hanno abbandonato si suicida, sparandosi un colpo in testa.

Gérard de Villefort, che pur conoscendo l’innocenza di Edmond lo ha fatto arrestare e imprigionare, per salvare il padre (il signor Noirtier) ma soprattutto per non mettere a rischio la sua posizione sociale e la propria carriera professionale e politica, finisce per diventare pazzo dopo una vita di nefandezze: ha spinto al suicidio la sua seconda moglie Héloise (che ha deciso di portare con sé anche suo figlio Édouard), dopo aver scoperto che avvelenava gli eredi del patrimonio di famiglia, affinché suo figlio Édouard diventasse erede universale, non solo da parte di padre ma anche da parte della sorellastra, Valentine, figlia di primo letto. A questi tragici lutti si uniscono: la scoperta della vera identità del conte e la pubblica rivelazione di una sua passata relazione extraconiugale con Hermine Danglars, moglie del barone Danglars, culminata con un tentativo di infanticidio.

Gaspard Caderousse, inizialmente perdonato da Edmond, diventato un criminale bramoso di denaro e fuggiasco dalla giustizia, viene ucciso dal suo complice, Benedetto (alias Andrea Cavalcanti), il figlio illegittimo di Villefort, che era sopravvissuto al tentato infanticidio.

Infine Danglars, divenuto il più ricco banchiere di Parigi (dopo aver abbandonato l’incarico di capitano della nave Pharaon) e acquistato il titolo di barone, viene prima portato al tracollo finanziario per poi essere rapito e imprigionato e costretto a dilapidare ciò che era rimasto del suo denaro per sfamarsi. Solo a questo punto il conte di Montecristo gli rivela la sua vera identità e di fronte al sincero pentimento di Danglars e con i primi dubbi di aver esagerato con la propria vendetta, gli concede il perdono e la libertà.

Riguardo a Mércédes Herrera, la fidanzata di Edmond Dantès all’inizio del racconto, dopo la rovina del marito, del quale rifiuta l’eredità (preferendo darla in beneficienza) torna a una vita solitaria a Marsiglia nella casa del vecchio padre di Edmond Dantès, donatale da quest’ultimo.

Quando finalmente tutti i responsabili del suo imprigionamento sono puniti, il conte di Montecristo fa vela verso Oriente, in compagnia della bella e dolce Haydée. Haydée è la principessa figlia del pascià Alì-Tebelen ridotta in schiavitù e comprata dal conte, che però l’ha trattata sempre con rispetto e che alla fine del romanzo decide di cominciare una nuova vita con lei.

 

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