Corpus iuris civilis (Raccolta del diritto civile) fu promosso dall’imperatore d’Oriente Giustiniano (482 – 565 d.C.). Fu un lavoro immenso, durato dal 528 d.C. al 533 d.C., affidato al grande giurista Triboniano (500 ca.- 542 d.C.).
Triboniano e i suoi collaboratori selezionarono, classificarono, ordinarono e recuperarono l’immensa tradizione giuridica romana che si era formata nel corso di quasi un millennio di storia.
Il diritto romano, infatti, si era creato attraverso i secoli, dalla Roma repubblicana alla Roma imperiale, sulla base dei pareri dei giuristi e delle decisioni degli imperatori. Questi pareri e queste decisioni erano limitati però ai casi particolari per cui erano stati richiesti o pronunciati.
Presso i romani non esisteva quindi l’idea di una codificazione delle leggi intesa come raccolta di tutte le norme in vigore in un unico testo da consultare all’occorrenza.
Questa concezione di una raccolta unica fu la grande novità del Corpus iuris civilis.
Scomparvero, grazie al lavoro del grande giurista Triboniano e dei suoi collaboratori, tutte le contraddizioni e le ripetizioni. Vennero compiute delle scelte e molte leggi furono tralasciate per far posto a quelle considerate più in linea con la mentalità del tempo di Giustiniano.
Ad esempio, la dottrina cristiana portò all’introduzione di norme che facilitarono la liberazione degli schiavi, mentre le consuetudini tipiche dell’Oriente accentuarono il potere assoluto dell’imperatore bizantino. Successivamente, quindi, il diritto romano non si studiò più attraverso le opere originali dei giuristi romani, molte delle quali in ogni caso andarono perdute, ma a partire dal Corpus iuris civilis.
Contenuto e struttura
Il Corpus era composto da quattro opere, ognuna con carattere e funzione diversi:
– il Codice di Giustiniano o Codice giustinianeo con le leggi e gli editti imperiali in vigore dall’epoca dell’imperatore Adriano (117-138) fino alle disposizioni emanate dallo stesso Giustiniano;
– il Digesto (o Pandette), una raccolta di sentenze e commenti dei più importanti giuristi romani;
– le Istituzioni, un manuale con i fondamenti del diritto, indispensabile come testo per l’insegnamento della giurisprudenza nelle scuole;
– le Novelle, le nuove leggi emanate da Giustiniano dal 533 in poi.
I primi tre testi sono scritti in latino; l’ultimo, le Novelle, è scritto parte in latino e parte in greco.
In Occidente l’applicazione del Corpus iuris civilis fu limitata ai territori dell’Italia meridionale sotto il dominio bizantino. Tra i secoli XII (12) e XIII (13) i giuristi e gli studiosi della Scuola di Bologna operarono una ricostruzione del Corpus iuris civilis, attraverso un’analisi approfondita.
L’ordine e l’organicità alla base del Corpus iuris civilis fecero poi da modello al Codice civile napoleonico del 1804, che ebbe una fondamentale influenza su tutta la successiva civiltà giuridica europea.