Martin Luther King nasce ad Atlanta (Georgia) il 15 gennaio 1929. Suo padre, Martin Luther senior, e suo nonno erano pastori della Chiesa battista di Ebenezer ad Atlanta.
Giovane studente alla public school fa esperienza della dura realtà della segregazione razziale.
Nel 1948 si trasferisce a Chester (Pennsylvania) dove studia teologia e vince una borsa di studio che gli consente di conseguire il dottorato di filosofia a Boston. Qui conosce Coretta Scott, che sposa nel 1953. Avranno quattro figli. A partire da quell’anno, è pastore della Chiesa battista a Montgomery (Alabama).
Il caso di Rosa Parks
Il 1° dicembre del 1955 un fatto in apparenza banale dà una svolta alla sua vita: la cittadina afroamericana Rosa Parks si rifiuta di cedere il proprio posto su un autobus a un bianco e per questo è arrestata.
È questa l’occasione che spinge il giovane pastore Martin Luther King a lanciare una campagna “non violenta” contro il crimine della segregazione razziale. Egli propone di boicottare tutti i mezzi pubblici: nessun nero sarebbe salito sull’autobus fintanto che non fosse stata tolta la “spartizione dei sedili”.
L’iniziativa ha un enorme successo, il giorno dopo i mezzi pubblici sono completamente vuoti. Dopo oltre 300 giorni di boicottaggio la compagnia di trasporto, giunta ormai sull’orlo del fallimento, si arrende.
Il 21 dicembre 1956 la Corte Suprema degli Usa dichiara incostituzionale la legge che istituisce la segregazione razziale sui mezzi pubblici.
La campagna per i diritti civili
Martin Luther King intensifica la sua campagna per i diritti civili. Rivendica l’iscrizione dei neri nelle liste elettorali; chiede l’abolizione della segregazione razziale, il miglioramento della qualità dell’istruzione per i ragazzi di colore e per i più poveri.
A queste rivendicazioni aggiunge la lotta per la pace e la fine di tutte le guerre.
Il prezzo pagato da Martin Luther King è alto. Una carica di dinamite esplode davanti a casa, è molte volte preso a sassate, picchiato e aggredito dai cani della guardia nazionale, è arrestato una ventina di volte.
Nel 1957 crea un movimento di cristiani nonviolenti, la Southern Christian Leadership Conference (SCLS), Conferenza guida dei cristiani del sud.
I have a dream
Il 28 agosto 1963 a Washington si tiene una grande marcia per il lavoro e la libertà, cui partecipano 250.000 persone. Al termine di essa, davanti al Lincoln Memorial, Martin Luther King pronuncia il celebre discorso I have a dream (Io ho un sogno): auspica una società senza pregiudizi, in cui bianchi e neri possano finalmente convivere in modo pacifico e con pari diritti.
Uomo dell’anno e premio Nobel
Nello stesso anno la rivista “Time” lo elegge uomo dell’anno e nel 1964 a Oslo riceve il premio Nobel per la pace.
Gli ultimi anni
Preoccupato per la crescente influenza del Black Power, Martin Luther King si sposta fra le diverse comunità predicando l’amore e la nonviolenza.
Nel 1965 è a Los Angeles dove molti neri, esasperati dai continui attacchi, rispondono con la violenza.
Nel 1966 si trasferisce con la moglie e i figli in un quartiere povero di Chicago; con forza si oppone alla frangia più violenta del suo movimento; afferma che l’unica via contro l’emarginazione sociale, la violenza, la guerra è la via proposta da Gesù, da King definito “l’estremista dell’amore”.
L’attentato e la morte
Nel mese di aprile dell’anno 1968 Martin Luther King si reca a Memphis, nel Tennessee, per partecipare a una marcia a favore degli spazzini della città (bianchi e neri), in sciopero.
Mentre sulla veranda dell’albergo si intrattiene a parlare con i suoi collaboratori, dalla casa di fronte sono sparati alcuni colpi di fucile. Martin Luther King cade riverso sulla ringhiera e muore pochi minuti dopo. È il 4 aprile 1968.
Per la sua attività di pacifista il suo nome è accostato a quello di Gandhi.