Le Cinque giornate di Milano rappresentano l’insurrezione popolare dei milanesi contro gli austriaci; iniziarono il 18 marzo 1848 e si conclusero il 22 marzo con la ritirata delle truppe di occupazione.
Le Cinque Giornate di Milano è tra gli episodi più significativi del Risorgimento italiano.
I primi combattimenti
La mattina del 18 marzo 1848 a Milano cortei di manifestanti convergono verso il Palazzo del Broletto, dove ha sede il comune, e verso il palazzo del governo austriaco in corso Monforte. Il vicepresidente dell’Imperial Regio Governo conte O’ Donnel è costretto a firmare tre decreti: istituzione della guardia civica; destituzione del capo della polizia; consegna delle armi da parte della polizia alla guardia civica.
Le campane suonano a stormo; per le strade si moltiplicano le barricate; dai tetti e dalle finestre i milanesi lanciano contro gli austriaci tegole, mattoni, mobili; borghesi e popolani combattono fianco a fianco dietro le barricate, contro il contingente austriaco comandato dal maresciallo Joseph Radetzky.
Il consiglio di guerra
All’alba del 19 si contano circa 1600 barricate mentre le azioni di lotta, fino ad allora spezzate e isolate, cominciano a trovare centri di coordinamento fino a che la direzione delle operazioni viene assunta da un consiglio di guerra composto prevalentemente da democratici e guidato dal milanese Carlo Cattaneo (1801 – 1869).
Il governo provvisorio
Nella terza giornata, il 20, il consiglio di guerra respinge la proposta di armistizio degli austriaci e si costituisce un governo provvisorio, al quale aderiscono, dopo molte esitazioni, anche gli esponenti dell’aristocrazia liberale.
La vittoria dei milanesi
Il 22 marzo Radetzky, preoccupato per l’eventualità di un intervento del Piemonte, decide di ritirare le sue truppe all’interno del cosiddetto “Quadrilatero” formato dalle fortezze di Verona, Legnago, Mantova e Peschiera.
Dichiarazione di guerra all’Austria
Il 23 marzo 1848 Carlo Alberto di Savoia dichiara guerra all’Austria: inizia la Prima Guerra d’Indipendenza.