Re Artù quasi sicuramente fu un valoroso capo della popolazione celtica; si distinse nella lotta contro gli invasori anglosassoni, all’incirca tra il V e il VI secolo d.C., riuscendo a garantire un periodo di sicurezza ai territori del Sud della Gran Bretagna.
L’impresa alimentò molte leggende e canzoni popolari. Esse dapprima furono tramandate oralmente, poi, nei secoli successivi, trascritte da prosatori e poeti. Tra questi ultimi spicca il francese Chrétien de Troyes.
Leggenda di re Artù
Nei racconti del ciclo bretone re Artù appare come il figlio segreto di Uter Pèndragon, re di Bretagna, e di Igraine, moglie del duca di Tintagel (località sulla costa settentrionale della Cornovaglia).
Re Uter, conquistato dalla straordinaria bellezza di Igraine, si rivolge a mago Merlino per riuscire a unirsi con lei. Grazie a un incantesimo, Uter prende le sembianze del duca di Tintagel e può così trascorrere una notte con Igraine. Nel frattempo il duca di Tintagel muore in battaglia e Igraine, subito dopo, sposa re Uter.
Il bambino che nasce dal loro incontro segreto, cioè Artù, è consegnato a mago Merlino. A questo solo patto, infatti, Merlino aveva acconsentito ad aiutare Uter con le sue arti magiche. In seguito Merlino lo affida al nobile cavaliere Antor.
Artù cresce come un ragazzo qualunque sino a quando, ormai giovinetto, estrae in modo prodigioso la spada Excàlibur dalla roccia in cui era conficcata. Davanti alla cattedrale di Londra era infatti misteriosamente comparsa una roccia che imprigionava un’incudine nella quale era conficcata una spada dall’elsa incastonata di gemme. Intorno all’arma c’era una scritta in lettere d’oro: “Chi estrarrà questa spada sarà coronato re dei Britanni”.
Vi si cimentarono tutti i più forti cavalieri dell’epoca e tutti fallirono. Soltanto Artù riuscì nell’impresa e fu proclamato re, iniziando una lunga serie di gesta immortali.
Re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda
Con l’aiuto del fido Merlino, Artù fondò l’ordine della Tavola Rotonda. Comprendeva un gruppo di intrepidi cavalieri sempre pronti a combattere a fianco del loro re. Giravano il mondo per difendere i più deboli e cercare il Santo Graal capace di dare purezza e santità al cavaliere che l’avesse ritrovata.