La caduta di Costantinopoli, capitale dell’Impero bizantino, nelle mani dei turchi ottomani, è vissuta dal mondo cristiano come una terribile catastrofe paragonabile solo alla caduta dell’Impero romano d’Occidente, avvenuta circa mille anni prima.
Per gli ottomani invece la caduta di Costantinopoli è l’atto finale di un lungo e graduale processo di espansione.
L’ascesa dei turchi ottomani
Alla metà del XIII secolo, in Asia Minore, l’impero dei turchi selgiuchidi cade sotto i colpi dell’espansione mongola. Sulle sue rovine si formano vari potentati locali: gli emirati turchi.
Da uno di questi emirati, quello di Bitinia, parte verso la fine del XIII secolo il processo di unificazione politica dell’Anatolia (attuale Turchia), a opera di Othman (o Osman, 1259-1326), fondatore dell’impero che da lui prenderà il nome di “ottomano”.
L’avanzata degli ottomani è inarrestabile: dal 1301 al 1337 i turchi ottengono una serie di vittorie sui bizantini e sugli emirati circostanti. Nel 1326 Othman pone la sua capitale a Bursa, a 250 km da Costantinopoli.
Nel 1354, sotto la guida del nuovo emiro Bayazid, gli ottomani superano lo Stretto dei Dardanelli, dando inizio all’invasione della penisola balcanica: Tracia, Tessaglia, Bulgaria e Macedonia cadono nelle mani dei turchi; 1361 conquistarono Adrianopoli; 1389, con la battaglia di Kossovo, abbattono il regno di Serbia, minacciando i confini dell’Ungheria.
Il re di questo Paese, il futuro imperatore Sigismondo di Lussemburgo, cerca di frenare la loro avanzata ma è sconfitto nella battaglia di Nicopoli del 1396.
Sembra che nulla possa fermare l’avanzata ottomana, che punta inesorabilmente verso Costantinopoli e che il destino di quest’ultima sia oramai segnato. Ma almeno per il momento non è così.
La penetrazione ottomana in Occidente è infatti bloccata da Tamerlano (1336-1405), sovrano turco dell’Asia centrale. Lo scontro decisivo tra le armate di Tamerlano e quelle ottomane avviene nella battaglia di Ankara (1402): gli ottomani subiscono una vera e propria disfatta e il loro dominio si disgrega rapidamente. Ma, morto Tamerlano nel 1405, l’impero da lui edificato si sfascia. Di questo sanno approfittare gli ottomani che, sotto la guida di Murad II (1421-51), riprendono l’espansione verso l’Europa.
È opinione dei più che Costantinopoli non resisterà ancora a lungo. L’imperatore Giovanni VIII Paleologo (1425-48), infatti, nel 1438 si reca in Italia a chiedere l’aiuto dei cristiani d’Occidente, offrendo in cambio la sottomissione della Chiesa di Costantinopoli al papa di Roma. Nel 1439, durante il concilio di Firenze, è proclamata l’unione tra la Chiesa di Costantinopoli e quella di Roma. L’evento, tuttavia, non serve a salvare Costantinopoli dai turchi. Le potenze europee, infatti, non attraversano un momento felice: Francia e Inghilterra sono spossate a causa della guerra dei Cent’anni, l’Italia è divisa, e così pure la Germania. Quanto al papa, la sua autorità non è più quella di una volta.
L’attacco finale
L’attacco finale inizia il 6 aprile 1453.
Il sultano turco Maometto II (1451-81) attacca Costantinopoli dalla terra e dal mare con un esercito di circa 200.000 uomini. Gli assediati sono quindici volte di meno. L’esercito ottomano dispone di un’artiglieria moderna e potente (tra cui i più grandi cannoni esistenti al mondo a quel tempo), che sbriciola le antiche mura risalenti al V secolo d.C., mentre i bizantini si difendono con armi antiquate. Alla loro disperata richiesta d’aiuto hanno risposto solo 600 veneziani, 700 genovesi guidati dal celebre soldato di ventura Giovanni Giustiniani Longo e una squadra di catalani. Riescono solo a prolungare di qualche giorno la difesa della città.
La caduta di Costantinopoli
La mattina del 29 maggio 1453 i turchi ottomani entrano in Costantinopoli. L’ultimo imperatore bizantino, Costantino XI Paleologo, muore combattendo. Gli abitanti sono massacrati. La chiesa di Santa Sofia è trasformata in moschea. Costantinopoli è chiamata Istanbul e diventa la base sulla quale gli ottomani costruiscono la loro potenza marittima.
Scompare così l’Impero bizantino, diretto erede dell’Impero romano d’Occidente, mentre si consolida l’Impero ottomano, destinato anch’esso a lunga vita. Cessa infatti di esistere solo nel 1922, dopo la Prima guerra mondiale.