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Pieter Paul Rubens, le opere più celebri del maestro del barocco

Pieter Paul Rubens (Siegen, 28 giugno 1577 – Anversa, 30 maggio 1640).

Pieter Paul Rubens nasce nel pieno delle guerre di religione tra nord e sud dei Paesi Bassi. Suo padre, avvocato calvinista ad Anversa, si era rifugiato in Germania per sfuggire alle persecuzioni in corso nelle Fiandre. Alla morte del padre Pieter Paul Rubens ha dieci anni, torna ad Anversa e aderisce al cattolicesimo, religione della madre.

A partire dal 1600 risiede per lunghi periodi in Italia dove esegue anche copie da Tiziano e da Caravaggio. La tappa più significativa per la sua carriera è la corte dei Gonzaga a Mantova, ma lavora anche a Roma, Genova, Venezia.

Nel 1608 torna ad Anversa e ha un successo clamoroso, diventando artista di riferimento dell’arciduca Alberto, governatore dei Paesi Bassi meridionali.

Nel 1609 sposa la diciassettennne Isabella Brant.

Pieter Paul rubens, Autoritratto con la moglie, 1609-1610, olio su tela, 178x136,5 cm. Monaco, Alte Pinakothek
Pieter Paul Rubens, Autoritratto con la moglie, 1609-1610, olio su tela, 178×136,5 cm. Monaco, Alte Pinakothek

L’Autoritratto con la moglie raffigura la coppia, serena e sicura di sé, seduta ai piedi di un caprifoglio, ed è una perfetta rappresentazione della personalità del pittore, giovane, ricco e prolifico, protagonista della scena culturale e sociale.

La sua fama valica i confini di ogni Stato europeo, lavora con mercanti e principi, dalla reggente di Francia Maria de’ Medici a Carlo I d’Inghilterra, a Filippo IV di Spagna. Dipinge soggetti religiosi ma disegna anche serie di arazzi, illustra libri e fa scenografie per le feste.

Ad Anversa apre una bottega (o per meglio dire una fabbrica) in cui dirige uno stuolo di collaboratori aggiungendo alle opere principali il suo tocco personale. Mantiene comunque in tutta la produzione una straordinaria maestria nel colore e una grandiosa complessità delle composizioni.

Eccezionale figura di pittore, filosofo, letterato, gentiluomo, Pieter Paul Rubens è l’emblema stesso del Barocco e per conto dell’arciduca Alberto svolge anche azioni diplomatiche.

Una sua opera emblematica, Le conseguenze della guerra.

Pieter Paul Rubens, Le conseguenze della guerra, 1638, tempera su tela, 206x345 cm. Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina
Pieter Paul Rubens, Le conseguenze della guerra, 1638, tempera su tela, 206×345 cm, Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina

È una scena drammatica, popolata di personaggi-simbolo: a sinistra Europa invoca la pace, al centro Venere cerca invano di trattenere Marte, dio della guerra, trascinato da Discordia a travolgere le Arti (Musica e Architettura, in basso), mentre in secondo piano imperversano Peste e Carestia.

Venere è il soggetto di un altro celebre dipinto di Rubens, Venere allo specchio.

Pieter Paul Rubens, Venere allo specchio, 1613-1614 circa, olio su tavola, 123x98 cm, Vienna, Museo Liechtenstein
Pieter Paul Rubens, Venere allo specchio, 1613-1614 circa, olio su tavola, 123×98 cm, Vienna, Museo Liechtenstein

Dipinta da Rubens intorno al 1613 – 1614, la Venere allo specchio raffigura la dea dell’amore.

La dea è completamente nuda, se si esclude il velo bianco che le cinge i fianchi. Lo specchio, sorretto da un amorino, le incornicia il viso, mostrandoci l’ovale rotondo e regolare, le guance rosate, lo sguardo assorto e il sorriso appena atteggiato.

Venere è immobile, leggermente avvolta su se stessa: questa posa è sottolineata dal movimento dei lunghi capelli biondi, sottili come fili d’oro ed è studiata per dare alla figura un senso di vitalità.

La luce calda e la tonalità brillante dei colori, ispirata a Tiziano e Veronese, creano vivaci contrasti di colore. Risalta così maggiormente la prorompente bellezza della dea.

 

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