Ignazio di Loyola fondatore della Compagnia dei Gesuiti nacque il 23 ottobre 1491 nel castello di Loyola, in una provincia basca del nord della Spagna.
Intrapresa la carriera militare, nel 1521 rimase ferito nell’assedio di Pamplona e fu costretto a una lunga degenza a letto. Durante questo periodo, si diede alla lettura di testi religiosi, subendo un processo di conversione religiosa.
Si recò quindi a studiare teologia a Parigi e qui raccolse attorno a sé alcuni compagni; nel 1534, facendo voto di povertà e castità, Loyola e i suoi seguaci fondarono la Compagnia di Gesù, detta dei Gesuiti.
Nel giro di pochi anni, la Compagnia di Gesù divenne il più efficace strumento della propaganda cattolica e il simbolo stesso della Controriforma.
Nel 1539 papa Paolo III (il papa che convocò il Concilio di Trento) riconobbe la Compagnia di Gesù come nuovo ordine religioso.
Nel 1548 Ignazio di Loyola pubblicò i suoi Esercizi spirituali, un programma di riflessione e preghiera articolato in quattro settimane, che conoscerà grande successo.
Ignazio di Loyola morì a Roma il 31 luglio 1556 e nel 1622 fu proclamato santo da papa Gregorio XV.
Jorge Mario Bergoglio, eletto papa Francesco il 13 marzo 2013, è il primo pontefice Gesuita.
La Compagnia di Gesù, detta dei Gesuiti
La Compagnia di Gesù era così chiamata perché organizzata con disciplina militare, addestrata a difendere ed espandere la fede cattolica confutando e convertendo protestanti e pagani.
I membri della Compagnia, chiamati Gesuiti, si posero agli ordini diretti del papa sottraendosi così all’autorità dei vescovi locali per agire con la massima libertà.
L’ordine dei Gesuiti, che ebbe una rapida crescita (5000 membri nel 1581, 16.000 nel 1625), prevedeva una formazione lunga e meticolosa: due anni di noviziato, due di studi letterari e scientifici, tre di filosofia, quattro di teologia. Il Gesuita diventava sacerdote verso i trent’anni, ma doveva ancora affrontare un ultimo anno di noviziato.
Avendo come obiettivo principale la riconquista della Cristianità ai princìpi morali e dottrinali della Chiesa cattolica, la Compagnia di Gesù si industriò per realizzare il massimo della penetrazione possibile nella realtà politica, sociale, culturale europea. Soprattutto in due campi tale azione fu svolta con successo: la collaborazione con i governi e la promozione delle istituzioni educative.
Il prestigio intellettuale e il rigore morale della Compagnia fecero incrementare la richiesta dei professori Gesuiti da parte di principi e città, a tal punto che Ignazio di Loyola dovette creare a Roma il Collegio Romano, per l’istruzione dei novizi reclutati attraverso una selezione durissima.
Membri dell’ordine assunsero la direzione delle università cattoliche, ma soprattutto fondarono scuole di istruzione primaria e secondaria che presto furono affollate di giovani appartenenti ai ceti superiori, alta nobiltà compresa.
I Gesuiti introdussero nei programmi scolastici il gioco didatticamente disciplinato, la danza perchè i ragazzi imparassero a tenere un portamento elegante, le recite teatrali: tutti accorgimenti per formare schiere di perfetti gentiluomini e di perfetti cattolici (perché l’attività teatrale era anche intesa come veicolo di propaganda del messaggio religioso).
In quanto educatori, i Gesuiti ebbero accesso alle corti e diventarono i confessori ufficiali di principi e sovrani: di conseguenza l’ordine dei Gesuiti era certamente l’organismo internazionale più informato del tempo, in grado, quindi, di assicurare ottimi servigi anche dal punto di vista diplomatico.
I Gesuiti furono promotori del culto delle immagini sacre, delle processioni religiose che si svolgevano anche nei piccoli paesi e non trascurarono le attività missionarie oltremare: Francesco Saverio (1506-1522), uno dei primi collaboratori di Ignazio di Loyola, ottenne importanti successi in India e in Giappone, Matteo Ricci (1552-1610) in Cina e in America Meridionale.
Col passare del tempo, nei secoli XVII e XVIII, i Gesuiti con la loro accresciuta potenza furono al centro di dispute dottrinarie e di violenti conflitti politico-ecclesiastici che alimentarono l’odio di tanti movimenti antireligiosi e l’astio dei Domenicani e dei sovrani dell’epoca.
Si arrivò così allo scioglimento prima negli stati di Portogallo, Spagna, Napoli, Parma e Piacenza e infine nel 1773, sotto la pressione dei sovrani europei, anche allo scioglimento totale della Compagnia di Gesù, da parte di papa Clemente XIV, accusata di aver formato nel Paraguay una specie di regno avverso a Spagna e Portogallo, attraverso l’istituzione delle reducciones.
I Gesuiti sopravvissero invece in Russia sotto la protezione dell’imperatrice Caterina II.
Nel 1814, papa Pio VII diede il via alla restaurazione della Compagnia.
Questo argomento è tratto da Riassunti di Storia – Volume 6 di Studia Rapido. L’Ebook è in vendita su Apple Store, Amazon Kindle, Google Play Books.