Traiano imperatore adottivo (98-117 d.C.), riassunto di Storia per conoscere e memorizzare rapidamente.
Il principio dell’adozione
In base al principio dell’adozione, il principe in carica adottava il suo successore, con l’approvazione del Senato. Era scelto in base alle qualità e ai meriti, perché fosse il principe migliore possibile, la persona più adatta a guidare lo Stato.
Doveva essere un uomo moderato, giusto, prudente, equilibrato; attento agli interessi dello Stato più che ai suoi; pronto a favorire la concordia e a stroncare le lotte di fazione; severo ma anche amorevole verso il suo popolo, come un padre; devoto agli dèi; non desideroso di essere considerato un dio, ma orgoglioso di essere divinizzato dopo la morte per aver ben governato.
Nessun imperatore, naturalmente, poté incarnare appieno questo modello ideale, ma è certo che iniziò in questi anni il periodo più florido e pacifico della vita dell’impero.
Traiano imperatore adottivo
Traiano era nato a Italica, in Spagna vicino all’attuale Siviglia, il 18 settembre del 53 d.C. Al momento dell’adozione, nel 97 d.C., era generale ed esponente della nuova nobiltà provinciale, governatore della Germania superiore. Divenne imperatore il 27 gennaio del 98 e fu il primo provinciale ad assumere questa carica.
Fu davvero un buon principe, energico e realista. Il suo prestigio e il consenso generale che lo circondò gli permisero di avere buoni rapporti con il Senato.
L’imperatore Traiano:
- riformò e rese più efficiente l’amministrazione dello stato centrale e dei municipi;
- risanò le finanze dell’erario, in modo da poter attuare interventi importanti come la bonifica delle paludi pontine; la costruzione del foro che porta il suo nome, di un acquedotto e di una rete di strade;
- concesse ai piccoli proprietari italici, penalizzati dalla concorrenza dei prodotti agricoli provenienti dalle province, prestiti a basso interesse (chiamati alimenta); gli interessi su tali prestiti erano utilizzati dallo Stato per creare strutture assistenziali riservate a bambini italici, orfani o poveri, che potevano così avere un’adeguata istruzione e aspirare a diventare ufficiali o funzionari.
Traiano imperatore adottivo – la politica estera
Traiano portò l’impero alla sua massima espansione territoriale.
Tra il 101 e il 106 d.C. condusse una serie di vittoriose campagne contro i Daci, mobilitando 80 mila legionari. Ne ricavò grandi quantità d’oro, che portò a Roma insieme a 50 mila schiavi. La Dacia divenne provincia romana, assimilando a tal punto la romanità da conservarla nell’attuale nome, Romania (il racconto di questa impresa è scolpito nei bassorilievi della bellissima Colonna traiana).
In Oriente Traiano realizzò l’annessione dell’Arabia Petrea, una regione a nord-ovest della penisola arabica che permetteva di controllare l’importante traffico commerciale con l’Oriente, tra i più ricchi del mondo antico.
Contro i Parti, approfittando di lotte dinastiche scatenatesi all’interno del loro impero, Traiano condusse poi, tra il 113 e il 116, diverse spedizioni militari che portarono alla conquista di Seleucia, Babilonia e Ctesifonte e alla creazione delle due nuove province dell’Armenia e della Mesopotamia. Ulteriori tentativi di espansione furono impediti da una serie di rivolte antiromane scoppiate sia tra le popolazioni sottomesse sia tra le comunità giudaiche di quelle zone.
L’8 agosto del 117, mentre queste rivolte erano ancora in corso, Traiano morì per edema polmonare o infarto cardiaco in Cilicia (odierna Gazipasa, in Turchia). Aveva indicato come suo successore il comandante dell’esercito d’Oriente, Publio Elio Adriano.
Traiano venne cremato e le sue ceneri poste in un urna d’oro. Questa, dopo la celebrazione del Trionfo (postumo) venne posta dentro la base della Colonna traiana. Durante il sacco di Roma del 410 d.C. ad opera dei Visigoti, l’urna venne portata via e se ne persero le tracce, mentre la colonna si erge tuttora nel centro di Roma.