Home » Riassunti » Filosofia » Filosofia antica » Achille e la tartaruga – paradosso di Zenone, spiegazione semplice

Achille e la tartaruga – paradosso di Zenone, spiegazione semplice

Achille e la tartaruga è il noto paradosso di Zenone di Elea, filosofo del V secolo a.C, di cui ci parla Aristotele e altri autori antichi: “Il velocissimo Achille e una tartaruga si sfidano a una gara di corsa. Achille (eroe della mitologia greca, soprannominato piè veloce) non raggiungerà mai la tartaruga (simbolo di lentezza) se questa ha un vantaggio, pur minimo, su di lui”. Questo perché Achille dovrebbe prima coprire il piede di vantaggio, ma nel frattempo la tartaruga sarà avanzata di un po’ e così all’infinito.

Dall’assurdità di questa conclusione – in aperta contraddizione con l’esperienza, ma rigorosa dal punto di vista logico – Zenone ne conclude che non è vero che Achille e la tartaruga di muovono. Il movimento non è reale.

Il paradosso di Achille e la tartaruga – spiegazione facile facile

L’ipotesi di partenza è la seguente: Achille e una tartaruga si sfidano a una gara di velocità. Ma Achille è celebre per essere piè veloce, scrive Omero, e la tartaruga è molto lenta; quindi la tartaruga parte da un punto molto più avanzato e Achille deve inseguirla e superarla se vuole arrivare primo al traguardo.

Achille non riuscirà mai a superare la tartaruga! Infatti, si osservi Achille a fare un passo in una unità di tempo: ebbene anche la tartaruga avrà fatto un passo. Si immagini Achille fare un secondo passo; anche la tartaruga lo avrà fatto. E così all’infinito: tutte le volte che Achille sarà nel punto in cui un’istante prima c’era la tartaruga, la tartaruga già non è più lì, ma un po’ avanti. Quindi non ci sarà mai un’istante in cui la raggiungerà.

Con il paradosso di Achille e la tartaruga Zenone di Elea intendeva difendere la tesi del suo maestro Parmenide, che sosteneva che il movimento non è altra che illusione.

Ultimi articoli

Giochi

Sullo stesso tema