Adorazione dei Magi di Leonardo da Vinci è un dipinto a olio su tavola e tempera grassa (244×240 cm), realizzato nel 1481 e conservato presso la Galleria degli Uffizi a Firenze.
Adorazione dei Magi di Leonardo da Vinci – la storia
Leonardo da Vinci nel 1481 venne incaricato dagli agostiniani di San Donato a Scopeto (una località appena fuori le mura di Firenze) di realizzare un dipinto per l’altare maggiore della loro chiesa.
L’opera rimase però incompiuta. Leonardo, infatti, al momento della partenza per Milano, per la corte di Ludovico il Moro, lo lasciò senza finirlo al banchiere Amerigo Benci, della cui moglie, Ginevra, aveva eseguito un ritratto (Ginevra de’ Benci nel ritratto di Leonardo).
Gli agostiniani, quindici anni dopo, passarono l’incarico a Filippo Lippi. Questi dipinse un quadro dello stesso soggetto, anche questo conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
Adorazione dei Magi Leonardo da Vinci – descrizione
L’episodio dell’adorazione di Gesù si svolge all’aperto invece che nella capanna della natività. La Vergine e il Bambino si trovano al centro della composizione e i Magi alla base di un ideale triangolo, il cui vertice coincide con il volto della Madonna.
Il volto di Maria appare illuminato da una luce che si irradia verso le figure che la circondano.
Le figure sono disposte a semicerchio dietro alla Vergine, lasciando uno spazio vuoto, di forma più o meno circolare, al centro del quale si trova una roccia con un albero di alloro, simbolo del trionfo sulla morte (la Resurrezione). Dietro all’albero di alloro c’è una palma, simbolo della Passione di Cristo.
Sul fondale a sinistra c’è un edificio in rovina, preceduto da due rampe di scale. Probabile allusione alla distruzione del Tempio di Gerusalemme e quindi al declino dell’Ebraismo e del paganesimo.
Sul lato opposto, s’intravede lo scontro tra combattenti a cavallo: forse sottolinea la follia degli uomini che ancora non hanno ricevuto il messaggio cristiano. Ad essi fa da sfondo un abbozzo di roccia svettanti, carratteristici del paesaggio di Leonardo.
All’estrema destra del quadro, c’è un fanciullo che guarda verso l’esterno. Potrebbe trattarsi di un autoritratto giovanile di Leonardo o forse il suo guardare vero il lato opposto sottintende l’invito a riflettere sul mistero dell’Incarnazione.