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Aiace Telamonio – mitologia

Aiace Telamonio è figlio di Telamone, re di Salamina, e di Peribea. Secondo la leggenda Eracle (Ercole) pregò il padre Zeus di concedere al suo amico Telamone, re di Salamina, un figlio forte e coraggioso. Zeus, in segno di assenso, inviò sulla terra un’aquila (aietós in greco) e per questo motivo Telamone impose al neonato il nome di Aiace.

Aiace Telamonio nell’Iliade

Dall’Iliade di Omero e dall’Aiace di Sofocle sappiamo che Aiace Telamonio è il guerriero greco più forte dopo suo cugino Achille; è possente, intrepido e alquanto cocciuto. Le sue caratteristiche specifiche di guerriero sono la forza smisurata e la generosità. Onnipresente in battaglia, si distingue sul campo per l’enorme scudo che imbraccia, fatto con la pelle di ben sette tori, dietro il quale trovano riparo anche i compagni.

Egli, nella guerra di Troia narrata da Omero nell’Iliade, si scontra con Ettore (Iliade libro VII) in un duello senza vincitori né vinti, concluso dal calare delle tenebre; a quel punto i due guerrieri si scambiano doni in segno di rispetto: Aiace dà ad Ettore il suo balteo rosso ed Ettore offre ad Aiace la sua spada dall’elsa d’argento. Un secondo duello tra Aiace ed Ettore si verifica nel Libro XIV dell’Iliade, quando il troiano Ettore entra violentemente nell’accampamento degli Achei e li affronta in mezzo alle loro navi, mettendo a repentaglio non solo la vittoria dei Greci, ma anche la loro stessa sopravvivenza: Aiace scaglia allora contro Ettore un grosso macigno che per poco non lo uccide e riesce a tenere a bada l’esercito troiano praticamente da solo.

Aiace, Odisseo e le armi di Achille

Dopo la morte di Achille, Aiace Telamonio e Odisseo rimangono i due più valorosi eroi del campo greco e, come tali, entrambi meritevoli di ereditarne le armi.

Proprio la contesa per aggiudicarsi le armi di Achille è la causa della morte di Aiace, come è narrato anche nella tragedia Aiace di Sofocle: Aiace reclama le armi in quanto è secondo solo ad Achille in battaglia, ma gli Atridi, Agamennone e Menelao, arbitri dell’assegnazione, gli preferiscono Odisseo.

L’eroe, deciso a vendicarsi dell’affronto subito e reso folle per intervento della dea Atena, massacra un gregge, credendo di uccidere gli Achei. Resosi poi conto dell’enormità del suo gesto, per la vergogna si uccide con la spada che Ettore, il più valoroso e leale dei nemici, gli aveva donato alla fine del duello che li aveva visti a confronto.

Gli dèi rendono comunque giustizia ad Aiace: durante una tempesta, le armi di Achille vengono strappate dalla nave di Odisseo e deposte dalle onde sulla tomba dell’infelice Aiace Telamonio, riconoscimento tardivo della sua timè (“onore”).

 

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