L’alfabeto greco deriva dall’alfabeto fenicio; i Greci vi aggiunsero le vocali, che nell’alfabeto fenicio mancavano. Dai Greci l’alfabeto fu trasmesso ai Romani, che lo trasformarono ancora; così giunse fino a noi.
L’alfabeto greco comprende 24 lettere, di cui 7 sono vocali (α, ε, η, ι, o, υ, ω) e 17 sono consonanti.
Come e quando nasce l’alfabeto greco?
Da quando era scomparsa la Lineare B, il mondo greco non aveva più avuto sistemi di scrittura. I Greci adottarono l’alfabeto fenicio intorno al 750 a.C. quando, commerciando con i Fenici, ne appresero l’alfabeto e lo plasmarono alle esigenze della loro lingua aggiungendovi le vocali. Le vocali rendevano le parole più facili e chiare da leggere, mentre nell’alfabeto fenicio le vocali non venivano rappresentate e dovevano essere comprese dal contesto del discorso. L’alfabeto greco fu il primo alfabeto a rappresentare sia consonanti che vocali.
Per trascrivere le vocali, i Greci si servirono di alcuni segni prelevati dalla scrittura aramaica. Quei segni, che rappresentavano consonanti ignote alla lingua greca, furono utilizzati per indicare le vocali del greco; nacquero così A (alfa), B (beta), E (epsilon), Y (ipsilon), ecc. La I (iota) fu invece una vera innovazione.
Mentre i Fenici scrivevano da destra verso sinistra, i Greci in età arcaica usavano tre modalità: da destra a sinistra; da sinistra a destra (che in seguito divenne per loro la norma); oppure procedendo per righe alternate: una da destra a sinistra e l’altra da sinistra a destra.
La diffusione della scrittura nel mondo greco fu un processo lento: fino al 600 a.C. soltanto pochi Greci sapevano leggere e scrivere. Dal 600 a.C. in poi la scrittura proliferò in tutta la Grecia e invase tutti i campi della vita civile, il diritto, la religione, la politica, l’economia, la letteratura, la diplomazia.
Da dove deriva l’alfabeto italiano?
L’alfabeto italiano continua l’alfabeto latino che deriva, a sua volta, da quello greco, tramite la mediazione etrusca.
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