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Amanuensi: chi erano, dove e come lavoravano

Gli amanuensi erano coloro che, prima dell’invenzione della stampa a caratteri mobili, copiavano gli antichi testi a mano. Nell’antichità tale incarico era svolto dagli schiavi, mentre nel Medioevo questo ruolo spettò ai monaci.

I monaci amanuensi (copisti) lavoravano in comune in un apposito laboratorio, lo scriptorium, posto vicino alla biblioteca del monastero. Seduto su uno scranno, l’amanuense aveva davanti a sé un leggio, o un tavolo inclinato, sul quale era adagiato un foglio di pergamena.

La pergamena, tratta dalle pelli di animali come il vitello, il montone, la capra, era stata una grande innovazione rispetto al precedente papiro, perché era più resistente e consentiva di incidere più volte su un foglio e da entrambi i lati. Inoltre i fogli potevano essere riuniti insieme dai rilegatori per formare un unico libro, invece che il vecchio e complicato rotolo di papiro da svolgere.

Per scrivere, i monaci amanuensi si servivano di certe penne particolari dell’oca, leggere e flessibili, altra novità introdotta nell’Alto Medioevo. Accanto avevano il calamaio con l’inchiostro e un raschiatoio per cancellare.

Una volta terminata la scrittura del testo, altri specialisti, i miniaturisti, si occupavano di decorare graficamente il manoscritto, con raffinati disegni e intricate decorazioni delle lettere iniziali di un capitolo o paragrafo. Poi i vari fogli venivano riuniti insieme dai rilegatori per formare un unico libro. I libri così ottenuti andavano ad arricchire la biblioteca del monastero, o potevano anche essere scambiati con quelli di altri centri monastici, oppure venduti ai laici.

L’amanuense poteva impiegare mesi per terminare una singola copia. Inoltre i copisti (amanuensi) per risparmiare spazio, usavano segni particolari e abbreviazioni comprensibili soltanto a una ristrettissima cerchia di persone: ciè rendeva assai difficile la lettura.

Era anche facile commettere errori e inoltre il costo dei libri era elevato (dato l’alto costo della pergamena e l’enorme quantità di tempo richiesta per il lavoro di trascrizione), tanto che molti studiosi copiavano le opere da sé.

Tuttavia, il lavoro dei monaci amanuensi si rivelò fondamentale perché riuscì a salvare dalla distruzione e dalla dimenticanza una quantità enorme di opere antiche (greche e latine) che altrimenti sarebbero andate perdute per sempre.

Il punto di svolta fu segnato dall’invenzione della stampa a caratteri mobili da parte del tedesco Johannn Gutenberg.

Fra le abbazie più famose per il lavoro di produzione libraria vi furono, oltre a Montecassino e Bobbio, quelle di Vinarium in Calabria, Nonantola in Emilia, San Gallo in Svizzera, e Fulda in Germania. Ognuna di queste abbazie possedeva un proprio stile di scrittura, che variava anche profondamente da una regione a un’altra e da una nazione a un’altra.

 

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