Ruggiero, Angelica e l’orca è tra gli episodi più avvincenti dell’Orlando Furioso, celebre poema di Ludovico Ariosto. L’episodio qui riassunto comincia nel canto 10 (X) e si conclude nel canto 11 (XI).
Il modello letterario è il IV libro delle Metamorfosi di Ovidio: la liberazione di Andromeda a opera di Perseo, che monta il cavallo alato Pegaso.
Prima però è necessario che vi raccontiamo l’antefatto per meglio comprendere il brano proposto.
Ruggiero, Angelica e l’orca – l’antefatto
Angelica è stata rapita dagli abitanti dell’isola di Ebuda. Là, ogni mattina, emergeva dal mare un’orca e divorava una fanciulla. Per risparmiare le proprie figlie, gli abitanti dell’isola erano diventati corsari e razziavano ragazze sulle coste intorno. Ogni mattina ne legavano una ad uno scoglio perché il mostro marino si saziasse e li lasciasse in pace.
Ora questa miserevole fine spetta alla bella Angelica. Nessuno può aiutarla, anche se Orlando, nella lontana Parigi, la sogna in pericolo. Egli quindi lascia la città per trovarla e poco gli importa di tradire, in questo modo, Carlo Magno. Il caso vuole, però, che non sia lui a raggiungere Angelica.
Ruggiero, Angelica e l’orca – il riassunto
Ruggiero, in sella all’ippogrifo (il cavallo alato), ha lasciato il regno di Logistilla. Ha con sé l’anello e lo scudo fatati. Dopo un lungo volo arriva a Ebuda, proprio mentre Angelica sta per essere divorata dall’orca. Stordisce il mostro marino con lo scudo del mago Atlante, libera la giovane e la conduce in Bretagna.
Anche Ruggiero, folgorato dalla sua bellezza, si innamora di lei e vorrebbe possederla. Angelica allora, per sfuggire, si pone in bocca l’anello che il giovane le aveva dato in precedenza perché non le nuocesse il bagliore dello scudo, rendendosi così invisibile. Riprende quindi la fuga lasciando Ruggiero solo e beffato.