Anna Kuliscioff, medico, giornalista, attivista socialista, ha lottato per il riconoscimento dei diritti civili e politici delle donne. Nacque il 9 gennaio 1855 in Crimea, nell’Impero russo. Apparteneva a una famiglia ebrea benestante, i Rosenstein, e poté studiare in Svizzera, dove le donne erano ammesse ai corsi universitari.
Tornata in Russia, la sua passione per la politica la fece avvicinare al movimento rivoluzionario e anarchico di Michail Bakunin, che proponeva di sostenere le lotte dei contadini, andando a lavorare al loro fianco nei villaggi e lottando contro il loro stato di oppressione economica, fisica, morale. Nel 1877 fu però costretta a fuggire dalla Russia e tornò in Svizzera. Adottò allora il cognome di Kuliscioff, in russo “manovale”, molto diffuso tra i contadini, per sfuggire alla polizia zarista.
L’incontro con Andrea Costa
In Svizzera conobbe l’anarchico Andrea Costa e con lui si trasferì prima a Parigi e poi in Italia, a Milano, dove fu arrestata più volte per la sua attività politica e rivoluzionaria. Anna e Andrea ebbero una figlia, Andreina, ma la loro relazione terminò nel 1881.
La laurea in medicina
Anna tornò in Svizzera, a Berna, con la bambina, e si iscrisse alla facoltà di medicina. Si laureò a Napoli nel 1886 e due anni dopo si specializzò in ginecologia, prima a Torino e poi a Padova.
Anna Kuliscioff, la “dottora dei poveri”
Trasferitasi nuovamente a Milano diventò la “dottora dei poveri”: così la chiamavano i milanesi, perché prestava assitenza ginecologica gratuita alle donne povere.
Il legame con Filippo Turati e la “Critica sociale”
Intanto, nel 1885 aveva conosciuto Filippo Turati, a cui restò legata sentimentalmente per oltre quarant’anni. La loro casa a Milano diventò la redazione di “Critica sociale”, la rivista del socialismo riformista italiano.
Anna Kuliscioff fu tra i fondatori del Partito socialista italiano
Nel 1892 contribuì alla nascita del Partito socialista italiano. Nel 1898 la polizia irruppe nel suo salotto e arrestò lei e il suo compagno Filippo Turati con l’accusa di reati di opinione e di sovversione; qualche mese dopo venne scarcerata per indulto, mentre il suo compagno dovette aspettare un anno.
Elaborò un testo di legge per la tutela del lavoro minorile e femminile che, presentata al Parlamento dal Partito Socialista italiano, venne approvata nel 1902 come Legge Carcano, n°242.
La battaglia per il voto alle donne
Anna Kuliscioff lottò per il diritto di voto alle donne, tanto che nel 1911 con il suo sostegno nacque il Comitato Socialista per il suffragio femminile, ma le italiane dovettero attendere il 2 giugno 1946, dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
La morte
Anna Kuliscioff morì a Milano il 9 dicembre 1925: il suo funerale fu preso di mira dai militanti fascisti, che si scagliarono contro il corteo funebre. È sepolta nel Cimitero monumentale di Milano.