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Antipurgatorio dantesco: struttura e anime

L’Antipurgatorio dantesco è la parte più bassa della montagna del Purgatorio, ancora avvolto dall’atmosfera terrestre. Vi stazionano, in attesa di entrare nel Purgatorio propriamente detto, le anime dei negligenti, cioè le anime di coloro che si pentirono in fin di vita e non sono ancora ammesse a scontare le pene nelle sette cornici del Purgatorio.

Comprende i primi otto canti del Purgatorio. Il termine “Antipurgatorio” non ricorre in Dante, ma fu coniato dai commentatori.

Antipurgatorio struttura

L’Antipurgatorio comprende:

la spiaggia del Purgatorio (canti I, II, III del Purgatorio). Qui stanno temporaneamente gli scomunicati che rientrarono in seno alla Chiesa solo al termine della loro vita (tra cui Manfredi di Svevia, che Dante incontra nel canto III). Devono attendere trenta volte il tempo in cui vissero in stato di scomunica prima di iniziare la purificazione. Qui ha la sua dimora il guardiano di tutto il monte, Marco Porcio Catone (canto I), il fiero difensore della libertà repubblicana, che, nel 46 a.C., per non sottoporsi alla tirannia di Giulio Cesare, si tolse la vita a Utica, in Africa (da qui il suo soprannome di Uticense);

un primo balzo, ovvero un ripiano roccioso (canto IV del Purgatorio), dove stanno i morti di morte naturale che si pentirono in fin di vita. Stanno seduti all’ombra di grandi macigni e attendono la salita di purificazione per un tempo lungo quanto la loro vita. Qui Dante e Virgilio incontrano Belacqua;

un secondo balzo, un altro ripiano roccioso (V canto e VI canto), dove sono i morti di morte violenta, che si pentirono solo in fin di vita e perdonarono ai loro uccisori. Come i pigri del primo balzo, devono attendere nell’Antipurgatorio un tempo pari alla loro vita, prima di salire a purificarsi sulle cornici del Purgatorio. Camminano lentamente come in processione, cantando in coro il Miserere. Qui Dante e Virgilio incontrano, nel canto V, Jacopo del Cassero, Bonconte da Montefeltro e Pia de’ Tolomei; nel canto VI, invece, incontrano Sordello da Goito, Benincasa da Laterina, Guccio de’ Tarlati, Federigo Novello, Gano Scornigiani, conte Orso degli Alberti, Pier della Broccia;

la Valletta dei principi negligenti. Occupa i canti VII e VIII della seconda cantica. Si tratta di una conca lussureggiante di prati verdissimi e di splendidi fiori. Qui si trovano i principi negligenti (tra cui Nino Visconti e Corrado Malaspina), che rivolsero il pensiero a Dio in prossimità della morte perché distratti dalle cure terrene, anch’essi costretti lì per un tempo lungo quanto la loro vita. Ogni giorno, al tramonto, sono sottoposti alla tentazione del serpente, messo in fuga da due angeli armati di spada.

Le preghiere dei congiunti e dei vivi possono abbreviare il periodo di permanenza nell’Antipurgatorio, purché (come spiega Belacqua) siano sincere e sorgano da un cuore in grazia di Dio.

Infine, Dante e Virgilio superano la porta del Purgatorio, custodita dall’Angelo portinaio, e iniziano la salita della montagna del Purgatorio.

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