Apuleio nacque intorno al 125 d.C. a Madaura in Numidia (l’odierna Algeria) da una famiglia molto facoltosa. Compì i suoi studi di grammatica e di retorica a Cartagine. Ad Atene studiò eloquenza e approfondì gli studi filosofici; venne a contatto con il platonismo, le correnti mistiche, l’aristotelismo. Non fu un vero e proprio filosofo, ma piuttosto un divulgatore di cultura.
Fece poi numerosi viaggi, anche a Roma e numerose volte in Oriente, tenenendo conferenze di grande richiamo e successo in varie località.
Il matrimonio e il processo
Tornato in Africa conobbe la ricca vedova Pudentilla, la madre di Ponziano, suo compagno di studi, e la sposò.
Nel 158, morto l’amico Ponziano, i parenti della moglie gli intentarono un processo. Lo accusarono di aver plagiato e sedotto Pudentilla con filtri malefici e formule magiche e dell’omicidio dello stesso Ponziano.
Apuleio si difese da solo con un’orazione pervenuta dal titolo Apologia o De magia, in cui rigettava l’accusa, dimostrando l’ignoranza e la malafede dei suoi accusatori e impostando la sua difesa sulla distinzione tra filosofia e magia.
Apuleio trascorse gli anni restanti della sua vita a Cartagine. Qui esercitò le professioni di avvocato, medico, bibliotecario e conferenziere. Morì presumibilmente non oltre il 170 d.C.
Apuleio opere
Di Apuleio ci sono giunte diverse opere e di vario genere:
- l’opera principale, il romanzo le Metamorfosi, l’unico romanzo integro della letteratura latina; è noto fin dall’antichità anche col titolo di Asinus aures («L’asino d’oro»);
- la già citata Apologia (tramandata nei codici con il titolo De Magia);
- i Florida, raccolta di ventitré brani oratori;
- tre trattati filosofici giunti fino a noi da ritenersi autentici: De deo Socratis, De Platone et eius dogmate (in due libri), De mundo;
- Perì hermenèias («Sull’interpretazione»), trattatello latino di logica aristotelica;
- Asclepius, un dialogo sulla cui autenticità si nutrono forti dubbi.
Apuleio avrebbe scritto anche altre opere, interamente perdute o di cui sono avanzati pochissimi frammenti: un altro romanzo (l’Hermagoras), delle traduzioni da Platone (Fedone, Repubblica) e una dal neopitagorico Nicomaco da Gerasa; testi di carattere enciclopedico.
Da attribuire ad Apuleio sarebbe anche una traduzione latina di una commedia di Menandro, l’Anechomenos, di cui resta un breve frammento.