L’Arca dell’Alleanza era una cassa di legno d’acacia, rivestita d’oro, con due angeli cherubini ad ali spiegate sul coperchio. Ai quattro angoli dell’Arca erano inseriti degli anelli nei quali si infilavano le sbarre che servivano a trasportarla.
All’interno custodiva alcuni oggetti sacri: le Tavole della Legge, cioè i 10 Comandamenti consegnati da Dio a Mosè sul monte Sinai; il bastone di Aronne (fratello di Mosè e primo sacerdote); un vaso d’oro massiccio che conteneva la manna, il cibo che Dio aveva fatto scendere dal cielo durante il viaggio nel deserto.
Durante il viaggio nel deserto verso la Terra promessa, il popolo ebraico portò l’Arca sempre con sé. Era collocata nella cosiddetta «Tenda dell’Incontro», al centro dell’accampamento. Il cuore della tenda, accessibile solo al Gran Sacerdote, era il Santissimo, nel quale, accanto all’Arca trovavano posto i dodici pani di offerta a Dio (uno per ogni tribù di Israele) e la Menorah, il candelabro d’oro.
L’Arca dell’Alleanza è il segno tangibile dell’alleanza e il simbolo dell’unità del popolo ebraico nella fede.
Secondo la tradizione biblica, Mosè stesso ne ordinò la costruzione sulla base delle dettagliate indicazioni ricevute da Dio (Esodo 25, 10-16).
Alla fine della conquista Giosuè, il successore di Mosè, la fa collocare a Sichem, il luogo dove le tribù giureranno fedeltà al loro Dio prima di prendere possesso dei territori loro destinati.
Davide la farà trasferire a Gerusalemme. Verrà distrutta con il Tempio probabilmente nel 586 a.C.: una data terribile per il popolo d’Israele, un lutto ancora commemorato con il digiuno del 9 di Av (mese del calendario ebraico corrispondente a luglio-agosto).