Eureka! Eureka! in greco significa «Ho trovato! Ho trovato!». Secondo la leggenda Archimede di Siracusa (287 a.C.-212 a.C.) un giorno pronunciò questa esclamazione gioiosa mentre faceva il bagno a casa sua, in occasione della scoperta del principio che porta il suo nome (Principio di Archimede), che spiega perché alcuni corpi affondano mentre altri no; per la gioia saltò fuori dalla vasca e si mise a correre tutto nudo per le vie di Siracusa, gridando «Eureka! Eureka!», esclamazione che divenne proverbiale e che è tuttora in uso.
Perché Archimede esclamò Eureka?
Gerone II, re di Siracusa dal 269 al 215 a.C., aveva fatto realizzare una corona d’alloro tutta d’oro da offrire agli dèi. Sospettava però che l’orafo l’avesse ingannato e avesse mescolato l’oro con l’argento, che è un metallo meno prezioso dell’oro. Come si poteva scoprire se l’orafo era stato onesto? Il caso fu sottoposto ad Archimede, uno dei più grandi geni scientifici dell’antichità.
La tradizione racconta che il modo per risolvere il quesito gli venne in mente immergendosi in una tinozza d’acqua piena fino all’orlo. Archimede notò l’acqua che usciva fuori e saltò dalla vasca gridando Eureka!
Che cos’era accaduto? Archimede aveva osservato che il suo corpo, entrando nella tinozza piena d’acqua, aveva fatto traboccare una quantità di liquido uguale al volume immerso.
Archimede intuì così il sistema con cui avrebbe potuto accertare la purezza o meno dell’oro della corona. Fece preparare due blocchi: uno d’oro e uno d’argento, ciascuno di peso uguale a quello della corona e li immerse nell’acqua, misurando il volume d’acqua spostata da ciascuno e la relativa differenza; poi accertò se la corona spostava un volume d’acqua uguale a quello spostato dal blocco d’oro.
Ciò non avvenne, perché il volume della corona risultò maggiore di quello del blocchetto d’oro di uguale peso. L’orafo aveva effettivamente mescolato metalli diversi come Gerone aveva sospettato.