Armistizio di Villafranca è l’accordo concluso l’11 luglio 1859 a Villafranca, vicino a Verona, tra Napoleone III di Francia e Francesco Giuseppe d’Austria; pose fine alla Seconda guerra d’indipendenza italiana (aprile 1859), combattuta dal Regno di Sardegna e dalla Francia contro l’Austria.
Che cosa prevedeva l’armistizio di Villafranca?
L’accordo di pace di Villafranca prevedeva che:
l’Austria cedeva a Napoleone III la Lombardia; a sua volta Napoleone III s’impegnava a cederla a Vittorio Emanuele II, ma l’Austria avrebbe conservato il Veneto e le fortezze di Mantova e Peschiera;
il ritorno dei sovrani italiani spodestati sui loro troni. Tra aprile giugno infatti una serie di insurrezioni nelle regioni centro-settentrionali della penisola (a Modena, a Bologna, in Romagna e in Toscana) aveva costretto alla fuga i vecchi sovrani.
La notizia dell’armistizio suscitò lo sdegno dei democratici italiani e colse di sorpresa Camillo Benso conte di Cavour, che diede le dimissioni da primo ministro per non dover ratificare un accordo che considerava umiliante.
Perché Napoleone III decise di firmare l’accordo di pace di Villafranca con gli austriaci?
Le ragioni che spinsero Napoleone III verso questa decisione:
le critiche crescenti in patria, per gli alti costi umani ed economici di una guerra che alla maggior parte dei francesi non interessava;
il timore di un intervento della Confederazione germanica a sostegno dell’Austria;
lo scoppio di una serie di insurrezioni in Italia centro-settentrionale.