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Articolo 21: la libertà di stampa nella Costituzione italiana

L’articolo 21 della Costituzione italiana garantisce a tutti i cittadini e a tutte le cittadine la fondamentale libertà di stampa, dopo che il fascismo l’aveva soppressa. Così l’Assemblea Costituente dedicò a questo importante tema l’articolo 21 della Costituzione, incentrato in particolare sul ruolo della stampa e dei giornali (ma s’intendano anche le trasmissioni radio e tv o via internet).

L’articolo 21 recita, tra gli altri punti:

«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.
[…]
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica».

Libertà di stampa Articolo 21 Costituzione italiana spiegazione semplice

Sono almeno tre gli aspetti fondamentali sanciti dall’articolo 21 in relazione alla libertà di espressione. In primo luogo, si stabilisce che ognuno è libero di esprimere la propria opinione e che la stampa, e in generale tutti gli organi di informazione, non può essere censurata, ovvero non vi deve essere un controllo preventivo su ciò che viene pubblicato.

In secondo luogo, questo articolo regolamenta che cosa succede in caso di pubblicazione di idee o notizie che violano la legge, per esempio quando si pubblica una notizia falsa che danneggia in modo consapevole una persona oppure contraria al buon costume (buon costume = il comune senso del pudore, concetto dalla portata variabile a seconda del momento storico di riferimento). In questo caso, è importante notare che l’eventuale sequestro dei giornali che hanno pubblicato contenuti che violano la legge spetta al potere giudiziario (cioè ai magistrati) e non al potere politico (per esempio al governo o a un ministro), così da garantire che la valutazione dell’eventuale crimine sia sempre neutrale rispetto a chi detiene il potere all’interno dello Stato.

Infine, nell’articolo si segnala l’importanza di rendere pubblici i finanziatori dei giornali, perché è sempre importante sapere quale gruppo, partito politico o azienda supporta un determinato organo d’informazione: chi finanzia un giornale, infatti, può sempre influenzare, direttamente o indirettamente, le notizie e le idee che in esso vengono pubblicate.

 

 

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