Trenta tiranni è l’appellativo dato al governo imposto ad Atene da Sparta, al termine della Guerra del Peloponneso (404 a.C.).
È stato un governo oligarchico gestito da 30 magistrati ateniesi filospartani, guidati dal sofista Crizia, un tempo allievo e interlocutore di Socrate.
Questo governo è passato alla storia come i «Trenta tiranni» perché si reggeva sul terrore. Migliaia di cittadini accusati di aspirare al ripristino della democrazia furono infatti giustiziati dopo processi sommari. Molti si salvarono con la fuga.
I pieni diritti politici furono limitati a soli tremila individui. Sulla città di Atene vegliava una guarnigione spartana insediata nell’Acropoli.
Questo regime oligarchico durò poco, un anno circa. Nel 403 a.C. infatti i democratici, che si erano rifugiati fuori città per sottrarsi alle persecuzioni, guidati da Trasibulo, rientrarono in città, sconfissero i Trenta tiranni e ristabilirono la democrazia.
Nel clima da “resa dei conti” che seguì la caduta dei Trenta maturò la condanna a morte del grande filosofo Socrate, accusato di aver corrotto i giovani, diseducandoli al rispetto delle leggi e della tradizione (399 a.C.).