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Autoritratto Foscolo – Solcata ho fronte

Per il suo sonetto Autoritratto Foscolo si rifà al modello dell’autoritratto di Vittorio Alfieri (Sublime specchio di veraci detti) e, probabilmente, al contemporaneo autoritratto di Manzoni (Capel bruno, alta fronte).

Questo sonetto di Ugo Foscolo contiene la descrizione fisica (nelle quartine) e quella interiore (nelle terzine) del poeta. Fu scritto tra il 1801 e il 1802.

Schema metrico ABAB BABA CDE CED

Autoritratto Foscolo Testo

Solcata ho fronte, occhi incavati intenti,
crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto,
labbro tumido acceso, e tersi denti,
capo chino, bel collo, e largo petto;

giuste membra; vestir semplice eletto;
ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti;
sobrio, umano, leal, prodigo, schietto;
avverso al mondo, avversi a me gli eventi:

talor di lingua, e spesso di man prode;
mesto i più giorni e solo, ognor pensoso,
pronto, iracondo, inquieto, tenace:

di vizi ricco e di virtù, do lode
alla ragion, ma corro ove al cor piace:
morte sol mi darà fama e riposo.

Parafrasi Solcata ho fronte – Autoritratto Ugo Foscolo

Ho la fronte segnata dalle rughe (Solcata ho fronte), gli occhi scavati e intensi;
capelli di colore rosso, guance incavate, aspetto fiero;
labbra rosse e carnose, e denti bianchi e puliti;
testa un po’ incurvata (capo chino), un bel collo e un largo torace:

corpo ben proporzionato (membra esatte), modo di vestire semplice ma curato (vestir semplice eletto);
passi rapidi, e così i pensieri, le azioni e i gesti:
sono misurato, umano, leale, generoso, sincero;
io contro il mondo, il mondo contro di me (avverso al mondo, avversi a me gli eventi);

sono valente (prode) a volte nell’uso della parola (di lingua), più spesso nelle opere (di man);
la maggior parte dei miei giorni me ne sto triste e solo,
incredulo alle speranze e alle paure;
la timidezza mi rende poco coraggioso ma l’ira mi rende valoroso (il pudor mi fa vile; e prode l’ira):

la ragione mi parla in modo sommesso mentre l’istinto,
ricco di vizi e di virtù, delira:
soltanto la morte mi darà fama e riposo.

Autoritratto Foscolo Analisi

Da notare il primo emistichio del verso iniziale: in esso è contenuto l’anagramma di Foscolo (Solc-o-f-o).

Come il sonetto autoritratto di Alfieri, anche quello di Foscolo è l’autoritratto di un uomo orgoglioso e dal forte temperamento, sempre in lotta con il mondo che lo circonda. La profonda ruga nella fronte (Solcata ho fronte) nell’endecasillabo di apertura, in un’età decisamente giovanile (Foscolo nel 1801 ha appena 23 anni) sembra voler indicare una personalità tormentata, sempre in tensione.

Ritroviamo poi nell’Autoritratto di Foscolo gli stessi motivi di quello dell’Alfieri: il conflitto tra mente e cuore, l’antitesi tra coraggio e vigliaccheria e la morte come esito finale; ma ci sono anche delle differenze, perché nel ritratto di Foscolo sono annullati i dubbi e le incertezze presenti nel sonetto dell’Alfieri.

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