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Autoritratto Manzoni – Capel bruno alta fronte parafrasi

Autoritratto Manzoni è un sonetto autobiografico scritto nel 1801 dal giovane Manzoni appena sedicenne. Nel sonetto Capel bruno alta fronte vi si avverte l’influenza del sonetto dell’Alfieri Sublime specchio di veraci detti, scritto nel 1786 ma pubblicato nel 1801. Sempre del 1801 è l’altro sonetto autobiografico, quello di Foscolo Solcata ho fronte.

Nel suo sonetto autobiografico Autoritratto Manzoni consegna un’immagine di sé differente da quella dei due predecessori, molto più modesta e autoironica. Il giovane Alessandro Manzoni infatti non si rappresenta in posa eroica, anzi lascia trasparire il proprio carattere introverso e mite (non audace: / duro di modi, ma di cor gentile) e la balbuzie che spesso lo coglieva quando era costretto a prendere la parola in pubblico (lingua or spedita or tarda).

Il verso che chiude il sonetto Gli uomini e gli anni mi diran chi sono chiama in causa gli uomini e la vita, mentre l’Alfieri chiudeva incentrandosi sull’individio (uom sei tu grand o vil?) e Foscolo suulla morte (muori e il saprai).

Schema metrico del sonetto ABAB BAAB CDC EDE.

Autoritratto Manzoni Testo

Capel bruno: alta fronte: occhio loquace:
Naso non grande e non soverchio umile:
Tonda la gota e di color vivace:
stretto labbro e vermiglio: e bocca esile:

Lingua or spedita or tarda, e non mai vile,
Che il ver favella apertamente, o tace.
Giovin d’anni e di senno; non audace:
Duro di modi, ma di cor gentile.

La gloria amo e le selve e il biondo iddio:
Spregio, non odio mai: m’attristo spesso:
Buono al buon, buono al tristo, a me sol rio.

A l’ira presto, e più presto al perdono:
poco noto ad altrui, poco a me stesso:
Gli uomini e gli anni mi diran chi sono.

Parafrasi

Capelli scuri, fronte alta, sguardo espressivo, naso né troppo grande né troppo piccolo, viso rotondo con un bel colorito, labbra sottili e bocca piccola,

parlata a volte veloce a volte lenta, ma mai ingiuriosa, che se ha da dir quel che pensa lo dice, altrimenti tace. Di mente e corpo giovane, ma non audace, leggermente rude, ma buono d’animo.

Amo la gloria, la solitudine e la natura, e la poesia (del biondo dio Apollo), posso provar disprezzo ma mai odio, gentile con tutto il prossimo, esigente solo con me stesso.

Mi adiro facilmente, ma subito perdono, poco noto agli altri come a me stesso: le persone che frequenterò e gli eventi che accadranno nel tempo mi aiuteranno a capire chi sono.

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