L’avaro di Molière è una commedia in 5 atti scritta nel 1668 e ispirata all’Aulularia di Plauto. La vicenda si svolge a Parigi, nella casa di Arpagone, nell’arco di un giorno.
L’Avaro di Molière riassunto trama
La storia è quella dell’avido Arpagone, a cui l’avarizia ha soffocato ogni altro sentimento, e dei suoi figli Cleante ed Elisa, che lo odiano. Il dissidio si aggrava quando Arpagone manifesta la sua intenzione di sposare la bella e povera Marianna, che è amata da Cleante, e di maritare Elisa a un anziano gentiluomo, Anselmo, che l’accetta senza dote. Elisa è però innamorata di Valerio, un giovane squattrinato, alle dipendenze di Arpagone.
Freccia, il servo di Cleante, ruba la cassetta del denaro di Arpagone e la consegna a Cleante, che pensa di restituirla in cambio di Marianna.
Arpagone ha intanto accusato del furto Valerio, suo servitore, il quale è convinto che la collera del padrone sia dovuta alla scoperta del suo segreto amore con Elisa. Valerio allora dichiara di essere innamorato di Elisa, ma di non aver rubato la cassetta del denaro. Rivela di essere figlio di Don Tommaso d’Alburzio di Napoli, di essersi dovuto separare dalla famiglia mentre fuggiva dalle persecuzioni nei confronti di molte famiglie nobili di Napoli. Il capitano della nave sulla quale era fuggito, lo aveva cresciuto come un figlio. Divenuto grande e saputo che il padre era ancora vivo, iniziò a viaggiare per trovarlo. Durante questo suo girovagare, aveva conosciuto Elisa e si era innamorato; aveva poi preso la decisione di farsi assumere come servitore nella sua casa per poterla vedere e per accattivarsi nel tempo l’amicizia, la fiducia e il rispetto del padre al fine di presentarsi come validissimo candidato per le nozze.
Marianna sentendo tale racconto riconosce in Valerio suo fratello; spiega che anche lei e sua madre fuggirono per mare, ma furono prese dai corsari e fatte schiave. Poi, grazie a una felice circostanza, dopo dieci anni, riconquistarono la libertà e allora tornarono a Napoli. Qui però trovarono che tutti i loro beni erano stati venduti e del padre non si sapeva nulla. Passarono quindi per Genova, dove recuperarono una piccola parte dei beni e da lì giunsero a Parigi.
Il ricco Anselmo, che ha ascoltato tutto il racconto, riconosce in Marianna e in Valerio i figli creduti morti in un naufragio; rivela ai presenti di essere don Tommaso d’Alburzio di Napoli, di essere venuto ad abitare lì sotto il nome di Anselmo per dimenticare le disgrazie passate.
Sopraggiunge intanto Cleante che dichiara di avere lui la cassetta del denaro e che la restituirà solo dopo che il padre avrà acconsentito alle sue nozze con Marianna. Anselmo si offre di pagare le spese dei matrimoni, mentre Arpagone non vede l’ora che tutto finisca per riavere il suo denaro.
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