Si dice Avere l’occhio di lince a proposito di qualcuno dotato di vista eccezionale o di intelligenza lungimirante.
È noto che la lince ha una capacità visiva fenomenale tanto che nel Medioevo si pensò che i suoi occhi penetranti, a metà tra il giallo e il verde, potessero trapassare le pietre.
Una vista – quella della lince – paragonabile a Linceo, che, secondo i racconti mitologici, era in grado di scrutare oltre i muri. E proprio dal nome di questo eroe derivò il nome dell’animale e, di conseguenza, il modo di dire Avere l’occhio di lince.
Riguardo a Linceo, dai racconti mitologici apprendiamo che egli aveva un fratello gemello, Ida, e che era un discendente di Perseo, dal momento che suo padre Afareo, re di Messenia, era figlio di una mostruosa Gorgone, figlia di Perseo.
Un giorno Linceo, Ida e i gemelli divini Castore e Polluce organizzarono una spedizione in Arcadia con l’intento di impadronirsi di una splendida mandria.
Nella divisione degli animali, però, Ida ne prese la maggior parte tanto che a Castore e Polluce non rimase quasi niente.
Castore e Polluce, volendo vendicare l’affronto, tesero un’imboscata a Linceo e Ida. Ma Linceo, grazie alla sua vista prodigiosa, scorse Castore che si nascondeva nell’incavo di una vecchia quercia e lo indicò a Ida con tale precisione che questi riuscì a ucciderlo con il lancio di un giavellotto. Polluce allora inseguì Linceo e lo uccise.