Le Baccanti o Menadi erano donne invasate da Dioniso (chiamato Bacco dai Romani), il dio del vino, della gioia di vivere e della liberazione degli istinti che può portare alla follia.
Per un approfondimento leggi Dioniso (Bacco per i Romani) dio dell’ebbrezza.
Danzavano selvaggiamente e si abbandonavano a rituali orgiastici in compagnia dei Satiri e dei Sileni. I Satiri sono creature dei boschi dall’aspetto umano ma con coda e zampe di capra; i Sileni, invece, sono sempre creature dei boschi dall’aspetto umano ma con coda e zampe di cavallo.
Le Baccanti o Menadi, durante le feste in onore del dio Dioniso o Bacco (perciò dette feste dionisiache o baccanali), ricoperte da una pelle di cerbiatto o di volpe, con in testa una corona di edera, la pianta sacra a Dioniso che masticata dà l’ebrezza, impugnando il tirso (il bastone ornato di edera), corrono sulle montagne al suono assordante di cembali, timpani e flauti, trascinando l’animale sacro. Al culmine dell’esaltazione, dilaniano e divorano crudo l’animale sacro (di solito un cerbiatto), per impossessarsi della divinità stessa.
Le feste in onore del dio Dioniso (che a Roma erano chiamate Baccanali) erano celebrate in tutto il Mediterraneo, anche nella Magna Grecia e a Roma; assumevano carattere così osceno da incontrare l’opposizione delle autorità.
La repressione dei culti orgiastici nel 186 a.C., in onore di Dioniso-Bacco, è documentata sia dal racconto dello storico Tito Livio, sia dal ritrovamento di un’iscrizione contenente il decreto del senato (il senatoconsulto de Bacchanalibus) trovata nel 1640 a Tiriolo, in provincia di Catanzaro, e ora conservata a Vienna.
Il culto praticato dalle Baccanti o Menadi fa da sfondo a una delle tragedie di Euripide. Per un approfondimento leggi Baccanti tragedia di Euripide riassunto.
Le Baccanti sono anche presenti nel mito di Orfeo ed Euridice. Per un approfondimento leggi Orfeo ed Euridice riassunto.