La Battaglia di Farsalo si svolse il 9 agosto del 48 a.C. tra l’esercito del console Gaio Giulio Cesare e quello di Gneo Pompeo Magno. Cesare sconfisse Pompeo.
Contesto storico: prima della battaglia di Farsalo
Gaio Giulio Cesare aveva completato con successo la sottomissione della Gallia. Il senato gli ordinò quindi di lasciare il comando delle legioni e tornare a Roma come privato cittadino. Cesare chiese invece il consolato, ma il senato filopompeiano respinse la richiesta. A questo punto Cesare decise di rientrare in Italia con le sue legioni: è il 10 gennaio del 49 a.C. È l’inizio della guerra civile tra Cesare e Pompeo.
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Pompeo, con il senato, fuggì in Oriente cercando di organizzare l’esercito. Lo scontro decisivo si svolse a Farsalo, il 9 agosto 48 a.C. (Farsalo dove si trova? Farsalo si trova in Tessaglia, nel nord della Grecia).
Tattica militare di Cesare nella battaglia Farsalo: come Cesare sconfisse Pompeo
Cesare affrontò lo scontro creando una quarta fila di soldati di riserva, oltre alle tre che erano schierate normalmente.
Quando i soldati di Pompeo sembravano ormai vicini alla vittoria, Cesare mandò all’attacco la quarta fila, sorprendendo i nemici, ormai affaticati, con uomini in piena forza.
Le truppe di Cesare assalirono l’accampamento dei pompeiani e li costrinsero a fuggire verso nord. Di fronte alla clamorosa disfatta, Pompeo si staccò le insegne di generale e fuggì a cavallo.
Circa 20 000 pompeiani morirono in battaglia, oltre 24 000 si arresero. Cesare riconobbe però il loro valore e li trattò con clemenza.
Cosa successe dopo la battaglia di Farsalo
Pompeo fuggì in Egitto, dove contava sull’appoggio del giovane re Tolomeo XIII. Questi però per ingraziarsi Cesare, lo fece uccidere: era il 29 settembre del 48 a.C.
Cesare giunto in Egitto rimise invece sul trono la colta e affascinante Cleopatra, sorella di Tolomeo, che l’aveva detronizzata.
Dopo un’altra rapida e vittoriosa campagna in Oriente contro Farnace, figlio del re del Ponto Mitridate VI, Cesare sconfisse gli ultimi pompeiani a Tapso (46 a.C.), in Africa, e a Munda (45 a.C.), in Spagna.
Pochi eventi hanno segnato la storia romana come la battaglia di Farsalo, nella quale si decise il destino non solo dei due comandanti supremi, ma anche di due modi diversi di concepire e gestire il potere, ossia le tendenze dittatoriali da parte di Cesare e la difesa dell’oligarchia senatoria da parte di Pompeo.
Con la vittoria di Cesare, la repubblica romana entrò in una fase di turbolenze che l’avrebbero presto condotta al principato.