La Battaglia di Lepanto è la battaglia navale che si svolse il 7 ottobre 1571 nelle acque di Lepanto, al largo di Corinto, in Grecia, tra le flotte musulmane dell’impero ottomano e quelle cristiane della Lega Santa. La battaglia si concluse con la vittoria del fronte cristiano. Fu la più grande battaglia navale dell’età moderna.
Le cause della battaglia di Lepanto
Questo scontro durissimo avvenne nel tentativo di fermare l’avanzata dei Turchi ottomani che, conquistata Costantinopoli (1453), avevano proseguito verso ovest sia sulla terraferma che per mare. In particolare nel Mediterraneo essi avevano già tentato di conquistare Malta, nel 1565, ma erano stati respinti dalla strenua difesa dei Cavalieri di Malta. Non avevano però desistito e nel 1570 occuparono l’isola di Cipro (dominio veneziano situato in una zona strategicamente vitale), nonostante l’eroica resistenza dei veneziani che, arresisi in cambio della promessa di avere salva la vita, furono poi invece massacrati e il loro comandante, Marcantonio Bragadin (1523-1571), orrendamente torturato e scorticato vivo.
La Lega Santa
La caduta di Cipro in mani turche allarmò non solo Venezia, minacciata sempre più da vicino, ma anche gli altri Stati italiani e papa Pio V (1565-72). Questi si adoperò per costituire una lega di Stati cristiani, la Lega Santa, con l’intento di allestire una grande flotta da inviare nel Mediterraneo contro gli invasori turchi.
Alla Lega Santa aderirono la Spagna di Filippo II, il duca di Savoia, le Repubbliche marinare di Venezia e di Genova, il Granducato di Toscana, lo Stato della Chiesa, il Ducato di Urbino, il Regno di Napoli e di Sicilia, i Cavalieri di Malta. Aderì con aiuti e rifornimenti anche la Repubblica di Lucca.
La flotta cristiana era comandata da Giovanni d’Austria, fratello naturale di Filippo II re di Spagna.
La battaglia di Lepanto
E così il 7 ottobre del 1571, nelle acque di Lepanto, al largo di Corinto, in Grecia, si fronteggiarono due grandi flotte (Lega Santa e Turchi) composte da centinaia di navi.
La Lega Santa si presentò con una flotta solida. I Veneziani, infatti, avevano investito in tecnologia, innovando il proprio parco di armi da fuoco ma, soprattutto, avevano lavorato alla costruzione di una vera arma segreta: la galeazza, una galea più alta e più lunga di quelle normali e, per questo, praticamente inabbordabile. Su di essa erano sistemati i tradizionali cannoni laterali, ma anche altri quattro cannoni, due a poppa e due a prua, che le permettevano di sparare da qualsiasi posizione.
La battaglia di Lepanto si risolse in una grande disfatta dei Turchi, che misero in salvo appena trenta galee e persero circa 35.000 uomini tra morti, feriti e prigionieri. I cristiani liberarono inoltre 15.000 forzati imbarcati come rematori nelle stive turche.
Nella memorabile battaglia di Lepanto, fu preziosa non solo la superiorità cattolica dell’artiglieria e nelle armi da fuoco leggere ma il fatto che la flotta musulmana arrivò allo scontro in cattive condizioni, dopo mesi di estenuanti scorribande nell’Adriatico.
La notizia della vittoria della Lega Santa nella battaglia di Lepanto suscitò un’ondata di entusiasmo nei Paesi vincitori e in tutte le terre che confinavano con la potenza turca. Quando la notizia della vittoria giunse in Vaticano, il papa ordinò che tutte le campane di Roma suonassero a festa. Istituì inoltre una festa, quella della Madonna del Rosario, che si celebra annualmente il 7 ottobre, data in cui avvenne la celebre battaglia. Si racconta infatti che Pio V recitò il Rosario durante tutta la battaglia e attribuì la vittoria all’intercessione della Beata Vergine. Ma quelle del pontefice non furono le uniche preghiere rivolte quel giorno alla Madonna. Si dice che le truppe cristiane abbiano recitato il Rosario per tutta la notte prima della battaglia e alcune fonti affermano che la ripetizione ritmica della preghiera spaventava e demoralizzava profondamente l’esercito turco.
Alla battaglia di Lepanto partecipò Miguel de Cervantes
Alla battaglia di Lepanto partecipò Miguel de Cervantes (l’autore del Don Chisciotte della Mancia), che si imbarcò insieme con il fratello Rodrigo. Nella battaglia Cervantes, nonostante la febbre, combatté con valore, ma ricevette tre colpi di archibugio, due al petto, il terzo alla mano sinistra, di cui perse l’uso.
Le conseguenze della battaglia di Lepanto
La scarsa coesione tra i vincitori impedì alle forze alleate di sfruttare appieno la vittoria per ottenere una supremazia duratura. Dal punto di vista militare i turchi si ripresero prestissimo, ricostruirono la flotta e Venezia, interessata a mantenere rapporti commerciali con l’Oriente, nel 1575 siglò una pace con i Turchi in cui dichiarava di rinunciare a Cipro.
Ma dopo Lepanto la presenza dei Turchi nel Mediterraneo risultò come offuscata, senza più la brillante aggressività dei secoli precedenti. Essi preferirono spostare il loro interesse su un altro fronte, quello persiano, che li tenne occupati a lungo. I traffici mediterranei divennero ora, per le navi cristiane, più sicuri di prima.
Per il mondo cristiano la battaglia di Lepanto segnò la fine di un incubo, perché mostrò che i Turchi potevano essere duramente sconfitti se si combatteva uniti in un grande scontro frontale.