La Battaglia di Poitiers (in Francia) si svolse nell’ottobre del 732, per arrestare l’espansione dell’islam in Europa. Fu combattuta tra l’esercito arabo-musulmano di Abd al-Rahman e quello dei Franchi di Carlo Martello. L’esercito arabo fu sconfitto dai Franchi; lo stesso generale arabo perse la vita nel corso della battaglia.
Chi era Carlo Martello
Carlo Martello era nato nel 685 da una concubina di Pipino di Heristal, maggiordomo (o maestro) di palazzo (amministratore dei beni reali) di Austrasia e di Neustria (rispettivamente la parte più orientale e più occidentale del regno dei Franchi).
Alla morte del padre (714), Carlo Martello venne imprigionato; riuscì però a evadere e a intraprendere un’audacia politica di conquiste territoriali. Queste lo portarono nel 717 alla carica di maggiordomo (o maestro) di palazzo di Austrasia. Nel 732 sconfisse gli arabi a Poitiers e ciò rafforzò l’autorità della famiglia.
Fino alla morte (741), Carlo Martello fu impegnato in una serie di campagne militari che gli permisero di estendere la sua autorità su tutti i territori franchi e di gettare le basi per la nascita, settant’anni più tardi, dell’Impero carolingio.
Fu un grande condottiero e trascorse buona parte della sua vita combattendo. Da qui il nome Martello, cioè “piccolo Marte” (il dio della guerra).
Il significato storico della battaglia di Poitiers
Il significato storico della battaglia di Poitiers è stato a lungo sopravvalutato. Carlo Martello sconfisse gli arabi-musulmani in quella che i cronisti arabi dell’epoca considerarono poco più di una “scaramuccia” durante un’incursione in terra franca.
La vittoria non fu in realtà decisiva per la “salvezza della cristianità”, né riuscì a porre fine alla presenza dei musulmani in Gallia, i quali continuarono ad avere basi in Provenza.
Ad arrestare l’espansione araba verso occidente furono piuttosto i problemi interni e le lotte intestine che sconvolsero in quegli anni la Spagna musulmana.
La battaglia di Poitiers, però, aumentò certamente il prestigio di Carlo Martello e del suo esercito.
Il valore simbolico della vittoria
Il valore simbolico della vittoria del 732 fu enfatizzato quando i Franchi, con Pipino il Breve e Carlo Magno, assunsero il ruolo di difensori del mondo cristiano contro tutti gli infedeli e pagani; tanto che pochi anni dopo, nel descrivere questa battaglia, il monaco Isidoro Pacensis, nelle sue Cronache, usò per la prima volta l’aggettivo “europei“. Si attribuiva così un’identità collettiva, all’epoca in realtà inesistente, ai guerrieri che per la prima volta avevano fermato gli invasori musulmani.