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Battaglia di Sedan, 31 agosto-2 settembre 1870

La Battaglia di Sedan ebbe luogo tra il 31 agosto e il 2 settembre 1870. Pose fine alla prima fase della guerra franco-prussiana e provocò la caduta del secondo Impero francese.

Il 23 agosto 1870, l’armata di Châlons, comandata dal generale Mac-Mahon, aveva il compito di coprire Parigi. Considerazioni di ordine politico portarono però alla decisione di farla marciare su Metz in soccorso del maresciallo di Francia, François Achille Bazaine.

Von Moltke, capo di stato maggiore dell’esercito prussiano, informato del movimento, orientò verso nord la 3ª e la 4ª armata, imbattendosi con le forze francesi il 26 agosto.

Uno scontro sfavorevole, a Beaumont (30 agosto), portò al ripiegamento generale su Sedan dell’armata di Mac-Mahon (120.000 uomini e 400 cannoni).

Il 31 agosto i prussiani occuparono, con 240.000 uomini e 800 cannoni, le alture che dominavano le posizioni francesi.

Il mattino del 1° settembre le forze prussiane diedero battaglia e accerchiarono i francesi. Dopo sei ore di combattimento Mac-Mahon, ferito, dovette cedere il comando al generale Ducrot. Questi tentò nuovamente di aprirsi la via su Mézières.

Nel frattempo giunse da Parigi il generale francese Wimpffen che, assunto il comando dell’armata, ordinò di rioccupare le posizioni per cacciare il nemico verso oriente. La disorganizzazione delle truppe portò però a un loro riflusso verso Sedan, dove Napoleone III, per evitare un’inutile strage, fece issare la bandiera bianca e inviò Wimpffen al comando prussiano.

Il 2 settembre 1870, al castello di Bellevue, venne firmata la capitolazione dell’esercito francese. La battaglia di Sedan ebbe termine: 83.000 uomini furono internati in Germania; l’imperatore Napoleone III fatto prigioniero e condotto al castello di Wilhelmshöhe, presso Kassel. Da qui, poco dopo, si ritirò in esilio in Inghilterra, dove morì il 9 gennaio 1873.

A Parigi fu proclamata la Repubblica (4 settembre 1870). Invano il ministro della guerra Léon Gambetta tentò di organizzare una resistenza con una leva in massa nelle province e mobilitando il popolo contro gli invasori prussiani. In questa occasione intervenne a favore della Francia anche un corpo di volontari italiano comandato da Giuseppe Garibaldi.

Nonostante tutti gli sforzi del nuovo governo repubblicano, la guerra franco prussiana terminò con la disfatta francese e la firma del Trattato di Francoforte il 10 maggio 1871.

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