Beppe Fenoglio: la vita, le opere e il pensiero. Riassunto di italiano utile per un ripasso in vista di un’interrogazione, compito in classe, esame.
Beppe Fenoglio biografia
Beppe Fenoglio nacque il 1° marzo 1922 ad Alba, nelle Langhe e nelle Langhe visse quasi tutta la sua vita.
Tra il 1944 e il 1945 partecipò attivamente alla Resistenza e poi si impiegò in un’azienda vinicola, nella sua amatissima città di Alba, dedicandosi al suo lavoro di scrittore, lontano dalla mondanità letteraria, scrivendo racconti e romanzi, con alterna fortuna.
Morì poco più che quarantenne, il 18 febbraio 1963.
Beppe Fenoglio libri
I suoi primi due libri, i racconti I ventitre giorni della città di Alba (1952), dedicati alla guerra partigiana, e il breve romanzo La malora (1954), che ha al centro la miseria e la disperazione dei contadini delle Langhe, uscirono in una collana diretta da Elio Vittorini presso l’editore Einaudi, I gettoni, che raccoglieva prove di giovani scrittori, collocati per lo più su una linea neorealistica.
Seguì, nel 1959, un breve romanzo, Primavera di bellezza, incentrato su un giovane ufficiale che dopo lo sbandamento dell’8 settembre raggiunge le formazioni partigiane.
Alla Resistenza torna Una questione privata (1963, pubblicato postumo), dove protagonista è un giovane partigiano, Milton. Costui viene a sapere casualmente degli incontri che la ragazza da lui amata, Fulvia, ha avuto con Giorgio, un partigiano suo amico. Vuole allora scoprire cosa c’è stato fra i due e comincia a cercare Giorgio, che milita in un’altra formazione partigiana. Viene a sapere però che è stato fatto prigioniero dai fascisti; allora vorrebbe a sua volta prendere un fascista prigioniero per scambiarlo con l’amico, salvandogli così la vita. Ma il suo tentativo risulta vano perché è costretto a uccidere il soldato fascista appena catturato. Mentre cerca di tornare alla villa di Fulvia, viene sorpreso e ucciso.
Nel 1968 vide poi la luce Il partigiano Johnny e nel 1969 La paga del sabato.
Beppe Fenoglio: la poetica
Fenoglio si formò, letterariamente, nell’ambito dell’esperienza neorealistica ma, sebbene la sua opera narrativa ruoti attorno ad alcuni temi cari al Neorealismo, come la guerra partigiana e la vita contadina, essa non può essere collocata nell’ambito di questo movimento perché non persegue intenti di denuncia sociale o di propaganda ideologica, ma mira piuttosto a interrogarsi sulla violenza che caratterizza in generale la condizione umana, sull’abbrutimento dei sentimenti, sulle sofferenze e le miserie che conducono all’esplosione violenta, alla follia, al suicidio, oppure alla guerra.
Su queste manifestazoni di violenza Fenoglio indaga con ossessiva insistenza, quasi con la volontà di tracciare un panorama esaustivo delle capacità di male dell’uomo, ma la sua visione è ferma, lucida, assolutamente oggettiva e impassibile.
Corrispettivo perfetto di questo contegno è il taglio narrativo dei romanzi e dei racconti di Fenoglio: una narrazione rapida, essenziale, concentrata in scene fortemente “visive”, prive di sbavature o indugi. Anche il linguaggio è asciutto, secco e nervoso. L’uso di termini dialettali, nella rappresentaizone della vita contadina, non implica alcun cedimento al colore locale, ma solo a rendere l’impressione di una vita dura e scabra.
Stilisticamente diverso dalle altre opere è Il partigiano Johnny, che presenta un linguaggio prezioso, ricco di forzature espressive: tuttavia ciò non compromette per nulla la rapidità incisiva della narrazione.