Per Blocco continentale s’intende l’insieme delle misure adottate da Napoleone Bonaparte per impedire all’Inghilterra di commerciare con il continente.
Fu sancito dal decreto di Berlino emanato da Napoleone il 21 novembre 1806 e inasprito in seguito dal decreto di Milano del 17 dicembre 1807.
Blocco continentale: le cause e lo scopo
La flotta inglese presidiava costantemente la Manica (il breve braccio di mare che la separa dal continente) impedendo il passaggio a tutte le navi francesi e alleate.
Per piegarla, quindi, Napoleone impose il blocco: nessuna merce poteva partire verso i porti inglesi e nulla poteva arrivare dall’Inghilterra nei porti europei.
Lo scopo era di tagliare ogni rifornimento all’Inghilterra e costringerla alla resa.
Blocco continentale: gli effetti
Il blocco fu attuato, ma molto poco rispettato. Gli stessi operatori portuali, ad esempio, spesso “chiudevano un occhio” dietro lauti compensi. Inoltre, navi inglesi si aprivano frequentemente varchi attraverso i quali giungevano nei porti svedesi, spagnoli, portoghesi, dove sbarcavano e caricavano merci. Iniziò subito un forte contrabbando. In più, l’Inghilterra accentuò i suoi commerci con America e Asia, riuscendo così ugualmente a rifornirsi.
La reazione della Russia
La Russia era una delle nazioni più penalizzate dal blocco continentale. Essa, infatti, vendeva all’Inghilterra prodotti naturali e materie prime come grano, legname, pelli; e acquistava dagli inglesi manufatti come tessuti, armi, macchinari.
Per questo, nel 1812, lo zar Alessandro I si rifiutò di confermare la sua adesione al blocco. Napoleone allora, temendo che lo zar si apprestasse ad attaccarlo, nel giugno di quello stesso anno, invase la Russia. Per un approfondimento leggi Napoleone e la campagna di Russia.