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Bulla e lunula: amuleti romani portafortuna

La bulla nell’antica Roma era un medaglione che conteneva amuleti e portafortuna con lo scopo di proteggere il bambino dalle sventure e dal malocchio. Di origine etrusca, questo amuleto romano, passò dagli Etruschi ai Romani.

La bulla romana veniva appesa al collo, nove giorni dopo la nascita per i maschi e otto giorni dopo per le femmine. Veniva appesa al collo dei bambini durante una cerimonia che prevedeva offerte e preghiere agli dèi e il rito della purificazione (dies lustricum), nel quale si attribuiva anche il nome al bambino (per un approfondimento leggi nomi romani maschili e femminili).

I figli dei ricchi ricevevano in dono una bulla aurea (medaglione d’oro), i figli dei poveri una bulla scortea (medaglione di cuoio).

I maschi romani indossavano la bulla fino ai sedici/diciassette anni, fino a quando cioè indossavano la toga virile, diventando a tutti gli effetti un cittadino romano.

Nel caso specifico delle bambine, la bulla prendeva il nome di lunula, a forma di piccola luna, sempre con funzione protettrice, che le ragazze toglievano solo al momento del matrimonio, solitamente tra i 12 e i 14 anni (per un approfondimento leggi Come si svolgeva il matrimonio nell’antica Roma).

Il cittadino romano poteva nuovamente indossare la propria bulla in certe particolari occasioni, come nel caso di una sua elezione a generale dell’esercito romano o per il comando di una parata militare. La indossava durante la cerimonia per proteggersi da forze malefiche, come ad esempio la gelosia da parte di altri uomini.

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