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Campagna in Egitto di Napoleone Bonaparte

La campagna in Egitto intrapresa da Napoleone Bonaparte nel 1798 si concluse nel 1801 con un totale insuccesso dal punto di vista militare, ma preziosa per la storia della cultura e delle arti.

Guerra all’Inghilterra

Dopo il Trattato di Campoformio (17 ottobre 1797) l’Inghilterra rimane l’unica potenza in lotta contro la Francia.

Napoleone Bonaparte è allora nominato comandante in capo dell’Armata d’Inghilterra. Egli, però, è convinto dell’inadeguatezza della flotta francese; consiglia quindi al Direttorio di rinunciare allo sbarco e propone di portare la guerra in Egitto.

Questa scelta, secondo Napoleone, consentirà alla Francia di conquistare un’importante colonia e colpire gli interessi commerciali britannici in Oriente.

La spedizione

Il 19 maggio 1798 un corpo di spedizione di 18.000 uomini circa si imbarca a Tolone; nei giorni seguenti a Genova, Aiaccio e Civitavecchia salpano convogli ausiliari portando il totale a 38.000 uomini su 330 tra navi da guerra e da trasporto.

La battaglia delle Piramidi

L’Egitto è una provincia dell’Impero ottomano, sostanzialmente autonoma e dominata dai Mamelucchi.

Il 1° luglio 1798 i francesi sbarcano ad Alessandria, si spingono verso il Cairo e qui, il 21 luglio, nella battaglia delle Piramidi, sconfiggono i Mamelucchi.

La battaglia del Nilo

Pochi giorni dopo però, il 1° agosto, l’ammiraglio inglese Horatio Nelson sorprende la flotta francese nella baia di Abukir e la distrugge.

Campagna di Siria

A Istanbul si diffonde la notizia che la flotta inglese ha battuto quella francese nella battaglia del Nilo; i turchi credono che questo rappresenti la fine di Napoleone.

La Turchia dichiara quindi guerra alla Francia e Napoleone lascia l’Egitto per raggiungere la Siria: qui la Turchia ha concentrato un’armata (febbraio 1799).

Napoleone sconfigge Gaza e Giaffa; poi sconfigge le forze turche al monte Tabor (16 aprile). Infine, dopo aver invano assediato per due mesi (marzo-maggio) San Giovanni d’Acri, batte in ritirata verso l’Egitto. Le sue truppe, decimate dalla peste e spossate dalla traversata del deserto, vi giungono per ributtare in mare una seconda armata turca fatta sbarcare dagli inglesi ad Abukir (25 luglio).

Napoleone Bonaparte ritorna in Francia

A seguito del languire della campagna egiziana e della situazione d’instabilità politica in Francia, Napoleone riparte segretamente per la Francia (agosto 1799), affidando il comando al maresciallo Kléber.

Epilogo della campagna in Egitto di Napoleone Bonaparte

Kléber, attaccato dagli inglesi e dai turchi, stipula con questi ultimi (24 gennaio 1800) una convenzione di evacuazione. Il governo britannico, però, si rifiuta di ratificarla.

Successivamente Kléber batte i turchi a Heliopolis (18 marzo 1800), ma il 14 giugno è assassinato da un siriano.

Il suo successore, il generale Menou, è sconfitto a Canopo (21 marzo 1801) a opera del generale inglese Abercromby, sbarcato l’8 marzo ad Abukir.

Seguono, in luglio, la capitolazione del Cairo e, in agosto, quella di Alessandria; dopo di che, in base a una convenzione stipulata con gli inglesi, l’esercito francese è rimpatriato su navi britanniche, insieme a una quantità notevole di antichità egiziane.

Spedizione scientifica nella campagna in Egitto

Durante la campagna in Egitto, con le truppe napoleoniche, giunge in Egitto anche un nutrito gruppo di studiosi e scienziati con il compito di fornire un quadro quanto più esaustivo sulla storia e sulle condizioni del paese.

Fra le tante scoperte fatte da questi scienziati, la più importante è sicuramente il ritrovamento della stele di Rosetta.

Risultato finale delle indagini e delle ricerche è un’opera immensa, composta da 9 volumi di testo e 11 di tavole di grande formato, pubblicata a Parigi nell’arco di una ventina d’anni, intitolata Description de l’Égypte.

 

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