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Cantar de mio Cid, trama e temi dell’opera

Cantar de mio Cid (Poema de mio Cid o Cantar de mio Cid) è il più importante poema epico spagnolo. Costituisce inoltre il primo documento letterario della Spagna.

Ha per protagonista un nobile spagnolo realmente vissuto tra il 1043 e il 1099: Rodrigo Diaz, conte di Bivár. Egli è considerato un eroe nazionale per essersi battuto con onore contro gli Arabi che occupavano gran parte della Spagna. Di qui il soprannome di El Cid (in arabo significa «il signore») e di El Campeador (in spagnolo significa «vincitore in campo»).

La struttura del Cantar de mio Cid e l’autore

Cantar de mio Cid è scritto in antica lingua castigliana, da cui è derivato lo spagnolo moderno; composto da 3733 versi raggruppati in «lasse», cioè in strofe di diversa lunghezza.

L’opera fu scoperta nel 1779 dallo scrittore spagnolo Tomas Antonio Sánchez in un manoscritto mutilo delle prime pagine e pubblicato in quello stesso anno. Fu composto probabilmente intorno al 1140 da un anonimo poeta (forse un giullare); ci è pervenuto grazie al fatto che fu trascritto da un certo Per Abbat nel XIV secolo.

La vicenda del Cantar de mio Cid

Il Cantar de mio Cid si divide in tre parti o canzoni (cantares): la canzone dell’esilio (El cantar del destierro); la canzone delle nozze (El cantar de las bodas); la canzone dell’oltraggio di Corpes (El cantar de la afrenta de corpes).

Primo cantares: l’esilio

Re Alfonso VI condanna all’esilio il Cid. Alcuni nobili di corte lo hanno infatti accusato, ingiustamente, di essersi impossessato dei tributi riscossi presso i re mori di Andalusia.

A Burgos, sua città natale, nessuno può dargli ospitalità perché il re ha minacciato di punire tutti coloro che lo aiuteranno.

Il Cid allora, dopo aver salutato la moglie Jimena e le due figlie, Elvira e Sol, si allontana dalla città insieme a pochi e fedeli amici.

Intraprende una vittoriosa guerra contro gli Arabi di cui conquista numerose città e sempre invia al re Alfonso la parte legittima del ricco bottino.

Secondo cantares: le nozze delle figlie del Cid

Il Cid conquista la città araba di Valencia e, ancora una volta, manda al re un ricco bottino. A questo punto il re concede alla moglie e alle figlie del Cid di raggiungerlo a Valencia.

Le continue vittorie del Cid, la sua fama e la sua ricchezza suscitano l’invidia di Don Diego e Don Fernando, i due conti di Carrion, che gli chiedono in moglie le due figlie.

Il Cid, anche se malvolentieri, acconsente alle nozze, solennemente celebrate a Valencia.

Terzo cantares: l’oltraggio di Corpes

I due conti di Carrion in molte occasioni si comportano da vigliacchi: diventano così oggetto di derisione da parte degli altri cavalieri.

Durante un viaggio da Valencia a Carrion, sfogano il proprio rancore contro le mogli malmenandole selvaggiamente. Le donne sono poi lasciate agonizzanti nel querceto di Corpes. Sono tratte in salvo da Felez Muñoz, loro fedele cugino, incaricato dallo stesso Rodrigo Diaz di seguirle.

Il Cid chiede giustizia al re e la ottiene. A Toledo, quindi, i suo uomini sfidano e sconfiggono in duello i due conti di Carrion. Intanto, due principi reali, gli infanti di Navarra e di Aragona, chiedono di sposare donna Elvira e donna Sol.

Il poema si chiude così con la celebrazione delle nozze.

Temi dell’opera

Il Cantar de mio Cid, come la Chanson de Roland, celebra la difesa della cristianità contro gli Arabi invasori. Il poema si ispira a fatti storici precisi, realmente accaduti.

L’opera permette inoltre di comprendere i valori morali, le virtù tipiche della società feudale di quel tempo come:

  • il senso dell’onore e della giustizia;
  • la fedeltà e la lealtà del cavaliere verso il proprio signore e il proprio sovrano;
  • la fede in Dio.

 

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