Il canto 18 Paradiso di Dante si svolge nel cielo di Marte, dove risiedono gli spiriti militanti, e nel cielo di Giove dove si trovano gli spiriti giusti.
Quali sono gli argomenti del canto XVIII del Paradiso della Divina Commedia?
Beatrice conforta Dante (vv. 1-21); Cacciaguida indica gli spiriti di Marte (vv. 22-51); la salita al cielo di Giove (vv. 52-69); gli spiriti assumono diverse configurazioni (vv. 70-114); preghiera e invettiva contro i papi traviati dal fiorino (vv. 115-136).
Canto 18 Paradiso riassunto
Dante pensa assorto alla profezia sul suo esilio pronunciata da Cacciaguida (canto XVII). Beatrice lo invita a distogliersi da quelle preoccupazioni, evocando il nome di Dio, che sempre ripara le ingiustizie sofferte. Guardando il fulgore di Beatrice, Dante abbandona ogni altro pensiero ma la donna lo esorta a voltarsi perché il Paradiso non è soltanto nei suoi occhi.
Cacciaguida riprende a parlare e invita Dante a guardare attentamente i bracci della croce, lungo i quali si muovono gli spiriti che via via egli nominerà: Giosuè, Giuda Maccabeo, Carlo Magno, il paladino Orlando, Guglielmo d’Orange, Renoardo, Goffredo di Buglione e Roberto il Guiscardo. Poi Cacciaguida riprende a cantare e si ricongiunge agli altri spiriti.
Vedendo Beatrice più intensamente luminosa, Dante si accorge di essere salito al cielo di Giove (dove appaiono gli spiriti giusti), caratterizzato da una luce bianchissima. Gli spiriti di questo cielo si dispongono in modo da formare varie lettere dell’alfabeto e quindi la frase “diligite iustitiam qui iudicatis terram” (Amate la giustizia, voi che siete giudici sulla Terra).
Poi altri spiriti scendono e si dispongono sull’ultima lettera della frase, cioè “M”, e la trasformano prima in un giglio poi in un’aquila.
A questo punto Dante invita il cielo di Giove ad osservare da dove esce il fumo che oscura il suo raggio e ad adirarsi per gli acquisti e le vendite che si fanno dentro la Chiesa, che fu costruita con i miracoli e con i martiri.
Invita gli spiriti a pregare per coloro che sulla Terra sono sviati dal cattivo esempio dei papi. Il poeta rivolge infine un’invettiva contro papa Giovanni XXII, accusandolo di usare la scomunica per denaro. Egli non pensa a Pietro e Paolo, che morirono martiri per la Chiesa, perché di gran lunga preferisce l’immagine di Giovanni Battista, impressa sul fiorino.
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