Il canto 19 del Purgatorio si svolge sulla quinta cornice, dove espiano le anime degli avari e dei prodighi. La loro pena consiste nel stare stesi col viso rivolto a terra, con le mani e i piedi legati; piangendo, recitano il versetto del Salmo 118: «L’anima mia è attaccata alla terra».
Chi incontra Dante nel canto 19 Purgatorio?
Il canto 19 del Purgatorio si apre con uno dei sogni più noti della Commedia: il sogno della femmina balba, cioè balbuziente. Ammaliato da questa creatura, Dante viene ricondotto sulla retta via grazie a una donna santa e presta, che, tramite Virgilio, mostrerà la vera natura di questa femmina. La seconda parte del canto è occupata dall’incontro con papa Adriano V, eletto papa nel 1276 per poco più di un mese, emblema di una grande avidità.
Canto 19 Purgatorio riassunto
Il sogno della femmina balba vv.1-33
È l’ora prima dell’alba. Dante, ancora addormentato, sogna una «femmina balba», cioè una donna balbuziente, storpia, pallida e con le mani deformi. Nel sogno, però, Dante la guarda senza accorgersi dei suoi difetti fisici: parla speditamente, si colora in volto, assume un portamento diritto. Dice di essere una sirena che trattiene e seduce i marinai in mezzo al mare, come ha fatto con Ulisse (in realtà il canto XII dell’Odissea di Omero racconta che Ulisse, volendo ascoltare il canto delle sirene, si fece legare dai suoi compagni e così non fu distolto dal suo viaggio, come invece c’è scritto nel testo dantesco).
Ma ecco giungere un’altra donna dall’aspetto santo, che chiede a Virgilio di svelare la vera natura della femmina balba; Virgilio, con mossa fulminea, le squarcia le vesti mostrando il ventre fetido, dal quale scaturisce un grande puzzo che fa svegliare Dante, che quindi riprende il cammino curvo e pensoso.
L’angelo della sollecitudine vv. 34-51
A un tratto un angelo indica ai due pellegrini il passaggio per la quinta cornice e battendo le ali cancella la quarta P dalla fronte di Dante; poi canta “Beati coloro che piangono, perché saranno capaci di consolare”.
Spiegazione del sogno vv. 52-69
Lasciato l’angelo Dante ripensa al suo sogno. Virgilio, che già conosce il sogno, gli spiega che l’antica strega rappresenta l’inganno dei beni materiali ed è all’origine degli ultimi tre peccati puniti in Purgatorio: avarizia, gola e lussuria. Ci si libera di lei guardando oltre le illusioni delle sue vesti e del suo canto. Lo invita poi ad affrettare il suo cammino: Dante raggiunge rapidamente la quinta cornice.
Gli avari e i prodighi della quinta cornice e l’incontro con papa Adriano V vv. 70-145
Nella quinta cornice, Dante vede prostrati a terra e piangenti le anime degli avari e dei prodighi: giacciono con il volto a terra, legati mani e piedi, piangendo e dicendo fra i sospiri «L’anima mia è attaccata alla terra».
Virgilio chiede loro la via da seguire e una voce li invita a proseguire verso destra. Dante, autorizzato da Virgilio, gli chiede di presentarsi: è Adriano V, papa nel 1276 per poco più di un mese. Desideroso di gloria e potere, si rese conto della vanità dei beni terreni quando, giunto a ricoprire la massima carica sulla Terra, capì che nemmeno questa poteva appagarla.
Egli chiarisce poi il contrappasso della quinta cornice: come in vita gli avari guardarono avidamente solo i beni materiali, così adesso sono costretti a guardare in basso la terra. Come in vita gli avari non agirono per il bene, così adesso, immobilizzati, hanno mani e piedi legati.
Appreso che lo spirito è un papa, Dante si inginocchia, in segno di rispetto per la sua autorità, ma Adriano lo invita ad alzarsi, ricordandogli che nell’aldilà le cariche terrene non hanno valore e che sono tutti ugualmente servi di Dio. Infine, il papa dice a Dante di andare via per lasciarlo piangere, e di chiedere alla sua virtuosa nipote Alagia di pregare per lui.
Cosa rappresenta la femmina balba?
La femmina balba, donna mostruosa e deforme, è il simbolo dell’eccessivo amore per le cose terrene, e cioè dei vizi dell’avarizia, della gola e della lussuria, che sono espiati nelle ultime tre cornici del Purgatorio. Il fatto poi che la donna, sotto lo sguardo di Dante, cambia aspetto, allegoricamente significa che l’uomo, attratto dai beni materiali, si lascia ingannare e non ne vede la vera natura. Questa immagine si fonde con quella della sirena, proveniente dalla mitologia greca, in particolare da un episodio narrato nel canto 12 dell’Odissea.
Chi è la donna “dall’aspetto di santa”?
La donna santa, che subito dopo giunge a richiamare Virgilio, secondo alcuni potrebbe essere santa Lucia, già comparsa in altri punti della Divina Commedia in aiuto di Dante; secondo altri potrebbe trattarsi di Beatrice; per altri ancora si potrebbe trattare di un’allegoria della grazia, che sostiene la ragione, qui rappresentata da Virgilio, perché la grazia da sola non basta a contrastare gli inganni dei beni materiali.