Il canto 23 del Purgatorio (canto XXIII Purgatorio) è interamente centrato sull’incontro con Forese Donati; l’episodio continua nel canto seguente, formando un dittico.
Canto 23 Purgatorio riassunto
Dante incontra Forese Donati vv. 1-75
Dante, Virgilio e Stazio mentre proseguono il loro cammino, s’imbattono in un gruppo di anime magre come scheletri, che corrono cantando un salmo penitenziale. Mentre Dante le guarda stupito, una di esse lo riconosce ed esclama per la gioia. Sfigurato dalla magrezza, solo dal timbro della voce, Dante riconosce in lui l’amico degli anni giovanili Forese Donati.
Subito Forese chiede a Dante come sia potuto giungere in Purgatorio vivo, e chi siano i due personaggi con cui è. Ma Dante prima di rispondere vuole conoscere la causa di quella tremenda magrezza. Forese risponde che il deperimento è determinato dalla voglia perennemente inappagata di mangiare i frutti dell’albero che si trova lì e di bere l’acqua che lo bagna, ma attraverso il dolore della pena essi si guadagnano la salvezza e la remissione dei peccati.
Forese elogia sua moglie vv. 76-114
Dante chiede inoltre all’amico come mai, essendo morto da cinque anni, non sia ancora nell’Antipurgatorio se, per pentirsi, aspettò la fine della vita. Forese risponde che ciò è dovuto alle lacrime e alle preghiere devote della sua amata moglie Nella, tanto più gradita a Dio perché vive molto diversamente dalla dissolute donne fiorentine, tanto corrotte e viziose che il cielo ha già previsto una giusta punizione.
Dante parla del viaggio ultraterreno vv. 115-133
Forese prega nuovamente Dante di spiegargli il motivo del suo viaggio nel regno dei morti. Dante risponde che il traviamento che ha condiviso con Forese in gioventù lo ha fatto smarrire nella selva oscura, da cui è stato salvato da Virgilio che ora lo conduce a Beatrice. Indica infine lo spirito di Stazio: poco prima la montagna del Purgatorio ha tremato per lui, perché, ora che ha terminato l’espiazione, può allontanarsi ed ascendere al Paradiso terrestre.