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Canto 25 Purgatorio riassunto e spiegazione

Il canto 25 del Purgatorio si svolge nella settima cornice, dove espiano le anime dei lussuriosi, che camminano in mezzo alle fiamme, come contrappasso per essersi lasciati travolgere in vita dalla passione amorosa.

Canto 25 Purgatorio riassunto

Salita alla settima cornice e dubbio di Dante vv. 1-30

Sono le due del pomeriggio; Dante e Virgilio iniziano la salita vero la settima e ultima cornice, per una stretta e ripida scala. Dante chiede com’è possibile che gli spiriti, privi di corpo, dimagriscano. Virgilio risponde facendo ricorso all’esempio mitologico di Meleagro (destinato, per volere delle Parche, a vivere il tempo che un tizzone gettato nel fuoco avrebbe impiegato a bruciare) e a quello delle immagini riflesse nello specchio, che rimandano l’illusione del movimento reale.

Poi, Virgilio affida a Stazio la spiegazione del problema, perché si tratta di questioni teologiche che la ragione umana, da lui rappresentata, non può da sola comprendere.

Spiegazione di Stazio: la teoria dell’anima vv. 31-78

Stazio, dopo essersi scusato di dover parlare al posto di Virgilio, che considera suo maestro, inizia la sua spiegazione, illustrando il processo di generazione del corpo umano.

Il processo di formazione del feto ha origine dall’incontro fra il sangue della donna e il seme, capace di plasmare le membra. Prima nasce l’anima vegetativa, analoga a quella delle piante; poi si genera l’anima sensitiva, di cui sono dotati anche gli animali e che consente il movimento e la capacità di provare sensazioni. Quando il processo è compiuto, Dio infonde al feto l’anima razionale, che assorbe in sé le due precedenti formandone una sola. Quando l’uomo muore, l’anima si separa dal corpo e in essa rimane attivo il solo intelletto, ben più acuto di prima. Una volta giunta sulla riva dei fiumi che conducono ai regni eterni (l’Acheronte per i dannati; il Tevere per chi si salva), l’anima si ferma e per effetto dell’aria si forma un nuovo corpo aereo. L’anima in tal modo appare visibile ed è chiamata ombra, acquisisce i cinque sensi e quindi diviene capace di provare sensazioni, parlare, ridere, piangere. Per questo è possibile che le anime dimagriscano.

I lussuriosi vv. 109-139

Intanto i tre poeti sono giunti sulla settima cornice (dove si espia il peccato di lussuria). La parete rocciosa sprigiona una fiamma che occupa tutto il girone, consentendo solo uno stretto passaggio; i poeti sono pertanto costretti a camminare sul bordo uno dietro l’altro, per evitare di cadere nel fuoco o giù dal monte.

Dal mezzo delle fiamme si odono le anime dei lussuriosi che cantano l’inno “Dio di altissima clemenza”. Dante si avvicina e vede gli spiriti dei lussuriosi avvolti nelle fiamme. Dopo aver recitato l’inno, essi pronunciano esempi di castità, virtù opposta al vizio punito nella cornice (la lussuria). Il primo esempio è riferito alla Madonna: “Virum non agnosco“, sono le parole pronunciate dalla Vergine Maria quando l’angelo le annunciò la nascita di Gesù. Il secondo esempio di castità è dato dalla dea Diana, che visse nei boschi mantendosi casta; da lì cacciò la ninfa Elice, sedotta da Giove. Il terzo esempio è dato da mariti e mogli che furono casti pure nel matrimonio.

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