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Canto 9 Inferno: le Furie, Medusa, il messo celeste

Il canto 9 dell’Inferno di Dante si apre su Virgilio, che, sconfitto dai diavoli, che gli hanno sbarrato le porte della città infernale (Inferno canto 8), torna sui suoi passi.

Che cosa succede nel canto 9 Inferno?

Il canto IX dell’Inferno si svolge nel sesto cerchio e prosegue il racconto del difficoltoso ingresso di Dante e Virgilio nella città infernale di Dite, dove sono puniti gli eretici.

Paura di Dante e conforto d Virgilio (vv. 1-33)

Dante sempre più preoccupato chiede a Virgilio se alle anime del Limbo sia concesso di accedere al basso Inferno. Virgilio lo rassicura e racconta di come egli stesso, poco tempo dopo che si trovava nel Limbo, fosse sceso fino al nono cerchio (il cerchio di Giuda), inviato dalla maga Eritone, che lo incaricò di andare a prendere un’anima.

Le Furie e Medusa (vv. 34-60)

Intanto sulla cima di una delle torri della città di Dite appaiono le tre Erinni (Megera, Aletto e Tsifone), che annunciano subito ai due poeti l’arrivo imminente di Medusa, che ha il potere di pietrificare chi incrocia il suo sguardo. Virgilio avverte Dante del pericolo e gli protegge gli occhi con le sue stesse mani.

Il messo celeste (vv. 61-105)

Un grande frastuono accompagna l’arrivo di un angelo dal Limbo (è il messo celeste: simboleggia l’intervento della Grazia divina che supera anche le difficoltà della ragione, rappresentata allegoricamente da Virgilio. Il viaggio per la salvezza è un cammino aspro, in cui la ragione deve affidarsi alla grazia). L’angelo disperde i demoni e le anime; poi, con una «verghetta», spalanca la porta della città di Dite e ammonisce duramente i diavoli che avevano impedito il passaggio di Dante e Virgilio, in un inutile tentativo di opposizione alla volontà di Dio; infine, se ne torna indietro, senza curarsi minimamente dei due poeti.

Dentro le mura della città di Dite (vv. 106-133)

Una volta entrati nella città, i due poeti si trovano in una vasta pianura deserta piena di tombe roventi con i coperchi sollevati. Dalle tombe scoperchiate, fuoriescono i dolorosi lamenti e i sospiri degli eretici, che, come spiega Virgilio, sono qui rinchiusi. I due si incamminano quindi per uno stretto sentiero che corre tra le tombe e le alte mura della Città di Dite.

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