Il canto 9 del Purgatorio si svolge nell’Antipurgatorio davanti alla porta del Purgatorio. Il canto IX segna quindi un momento di passaggio, perché dall’Antipurgatorio Dante entra nel Purgatorio vero e proprio, dove ha inizio il percorso penitenziale.
Canto 9 Purgatorio riassunto
Dante si trova nella Valletta dei principi seduto sull’erba accanto a Virgilio, Sordello, Nino Visconti e Corrado Malaspina (vedi Purgatorio canto 8). Scende la notte e Dante cade in un sonno profondo.
Il sogno di Dante nella Valletta dei principi vv. 1-33
In prossimità dell’alba, quando si dice che i sogni siano veritieri, Dante inizia a sognare: gli appare un’aquila con le ali d’oro aperte, che plana verso il basso, lo afferra e lo porta via verso la sfera del fuoco, oltre l’atmosfera, come fece Giove con Ganimede (il mito racconta che Ganimede, un bellissimo ragazzo, fu rapito da Giove, tramutatosi in un’aquila, che lo portò sull’Olimpo, perché diventasse il suo coppiere).
Il risveglio di Dante vv. 34-69
A Dante le fiamme sognate paiono tanto reali che si risveglia e si ritrova in un luogo che non riconosce: tutto intorno c’è una distesa marina, le anime sono scomparse tranne Virgilio, e il Sole è già alto nel cielo. Virgilio gli spiega allora che all’alba santa Lucia (allegoria della Grazia illuminante) è scesa nella valletta, lo ha preso e, portandolo in volo, lo ha trasportato nel sonno fin quasi all’ingresso del Purgatorio vero e proprio. Il sogno era dunque veritiero. Virgilio ha seguito la santa fino al punto in cui adesso i due poeti si trovano.
La porta del Purgatorio vv. 70-145
La porta del Purgatorio ha tre scalini di diverso colore: il primo è di lucidissimo marmo bianco; il secondo è nero, crepato nel mezzo; il terzo è di porfido rosso smagliante, come il sangue (i tre gradini del Purgatorio rappresentano i tre livelli della penitenza: consapevolezza del peccato; contrizione del cuore; riparazione del peccato con opere buone).
Sulla soglia della porta, che pare di diamante, sta seduto un angelo che fa da guardiano e tiene in mano una spada abbagliante (simbolo della giustizia divina); l’angelo intima loro di fermarsi. Virgilio gli dice che si trovano lì per volere di santa Lucia; quindi invita Dante a chiedere all’angelo di poter passare. Il poeta si getta ai piedi dell’angelo, implora misericordia percuotendosi il petto per tre volte, in segno di pentimento (è il rito della “contrizione”) e chiede umilmente che la porta gli sia aperta (è il rito assolutorio del sacerdote).
Con la spada, l’angelo traccia allora sulla fronte di Dante sette P, che indicano i sette peccati capitali (superbia, avarizia, ira, invidia, lussuria, gola, accidia), che verranno cancellate dagli angeli posti a guardia di ciascuna cornice, man mano che egli, ascendendo sul monte, si purificherà.
Infine, l’angelo, con una chiave d’oro e una d’argento ricevute da san Pietro, apre la porta del Purgatorio e fa entrare i due poeti, avvertendoli di non voltarsi una volta entrati, altrimenti saranno costretti a tornare indietro.
La porta si apre con un rumore stridente, Dante ode subito il canto del Te Deum laudamus (Noi ti lodiamo, Dio). I due pellegrini vengono così accolti in Purgatorio.