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Cassio Longino, tra gli uccisori di Giulio Cesare

Caio Cassio Longino nacque a Roma tra l’87 e l’86 a.C. da famiglia patrizia. Nel 54 a.C. fu questore con Marco Licinio Crasso; poi, con questi, proquestore al governo della Siria e partecipò alla battaglia di Carre (53 a.C.) contro i Parti. Mentre Crasso vi perse la vita, Cassio Longino riuscì a salvarsi.

Nel 49 a.C. fu nominato tribuno della plebe e si schierò dalla parte di Pompeo Magno e da quella di Giulio Cesare.

Poi nel 44 a.C., per motivi non ben chiari (ambizioni deluse, ripensamenti politici) passò all’opposizione contro Giulio Cesare e fu uno dei promotori della congiura contro di lui (Idi di Marzo del 44 a.C.).

Dopo l’uccisione di Cesare, Cassio Longino abbandonò Roma e si recò quale proconsole nella provincia della Siria, in precedenza assegnatagli; qui punì crudelmente le città rimaste fedeli a Cesare e annientò le forze di Cornelio Dolabella.

Ritornò quindi in Grecia per affrontare, con Marco Giunio Bruto, i due triumviri Marco Antonio e Ottaviano nella battaglia di Filippi (42 a.C.).

Cassio Longino fu sconfitto da Marco Antonio; pensando che anche Bruto fosse stato sconfitto, diede ordine a un suo schiavo di ucciderlo usando lo stesso pugnale con cui aveva colpito Cesare.

Bruto, nonostante la vittoria su Ottaviano, fu successivamente raggiunto e accerchiato dagli uomini di Marco Antonio e, vedendosi sconfitto, si suicidò.

La figura di Cassio Longino fu sempre accostata a quella di Bruto e ha fornito lo spunto a molte opere letterarie e teatrali. In particolare:

  • Dante lo colloca nell’ultimo girone dell’Inferno (Inferno XXXIV, 64-67), la Giudecca, dove si puniscono i traditori dei benefattori. Assieme a Giuda Iscariota e a Marco Giunio Bruto è costantemente maciullato dalle fauci di Lucifero;
  • Cassio è uno dei protagonisti della tragedia Giulio Cesare di William Shakespeare.

 

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