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Cerchi Olimpici storia e cosa rappresentano

I cerchi olimpici sono il simbolo delle olimpiadi. Sono cinque, intrecciati tra loro e di colore diverso.

Cerchi olimpici simbolo olimpiadi

I cinque cerchi olimpici intrecciati, di colore diverso, su sfondo bianco, formano la bandiera del Comitato Internazionale Olimpico (CIO) e dei Giochi Olimpici moderni.

Sono il simbolo dell’unione dei cinque continenti: Oceania, Asia, Africa, Europa e America. Blu per l’Oceania, Nero per l’Africa, rosso per l’America, giallo per l’Asia, verde per l’Europa.

I cinque anelli intrecciati simboleggiano l’unione e l’amicizia tra i popoli dei cinque continenti, da cui provengono gli atleti.

Cerchi olimpici storia

Fu il barone francese Pierre de Coubertin (1863- 1937) a ideare il simbolo dei cinque anelli nel 1913. Egli dichiarò quanto segue: «I sei colori combinati in questo modo (sono sei perché è incluso il bianco della bandiera) riproducono i colori di ogni Paese senza eccezione. Sono inclusi il blu e il giallo della Svezia, il blu e il bianco della Grecia, le bandiere tricolore di Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Germania, Belgio, Italia e Ungheria, giallo e rosso della Spagna. Brasile e Australia, e quelli dell’antico Giappone e della Cina moderna. Questo, veramente, è un emblema nazionale».

La bandiera olimpica con i cinque anelli sventolò per la prima volta nel 1920 in occasione dei giochi di Anversa.

Le Olimpiadi sono una delle tante tradizioni che i Greci hanno lasciato alla nostra civiltà (per un approfondimento leggi Le Olimpiadi nell’antica Grecia).

Dal 1896, ogni quattro anni, si svolgono in una nazione sempre diversa e vi gareggiano atleti di tutto il mondo. L’Italia ne ha ospitate tre edizioni: quella di Roma del 1960, relativa ai giochi estivi; quella di Cortina d’Ampezzo del 1956; infine, quella di Torino del 2006, relativa ai giochi invernali.

Cerchi logo olimpiadi

La bandiera con i cerchi olimpici è issata durante la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici; alla chiusura è ammainata, avvolta e consegnata dal sindaco che ha appena ospitato i Giochi al presidente del CIO, che la porge al primo cittadino della sede successiva. È conservata nel comune della città fino all’apertura della nuova Olimpiade.

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